Categorie: Città di Castello Cultura & Spettacolo

Lignani su Palazzo Vitelli, “Non è centro documentazione d’arte contemporanea”/ Vittorio Sgarbi concorda

È bene chiarire che quello che si vuole costituire a Palazzo Vitelli a S. Egidio. Esso non è un 'Centro di documentazione dell’arte contemporanea', sulla falsariga di quello promosso da tempo a Foligno, ma un 'Centro di documentazione dati'. Una cosa da 'addetti ai lavori' che ben poco inciderà sull’offerta culturale e turistica di Città di Castello”. Così, in una nota, il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d'Italia) per il quale “non si capisce perché si voglia testardamente continuare a perseguire una strada incomprensibile ai più, peraltro senza coinvolgere minimamente la società di gestione del Palazzo a suo tempo costituita da Comune e Fondazione Cassa di Risparmio”. Lignani ribadisce e conferma la sua opinione “a suo tempo già espressa” su di un 'Centro di documentazione' che servirà solo “ai soliti rituali dei tagli di nastro, ad utilizzare (male) denaro pubblico e magari a sistemare qualche amico degli amici o qualche parente con posti di lavoro creati ad hoc”. Questa opinione sembrerebbe essere condivisa anche dai giudizi espressi da Vittorio Sgarbi, nella sua recente visita a Città di Castello in occasione delle riprese di Sereno Variabile. “L’autorevole critico d’arte – ricorda Lignani – ha infatti espresso, proprio nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio, alla mia presenza ed a quella del presidente e del segretario della Fondazione stessa, le perplessità su di un utilizzo di Palazzo Vitelli legato all’arte contemporanea, definendo, senza tanti complimenti, il 90% della produzione ad esso legata come 'spazzatura' ”. Lo stesso Sgarbi, ha aggiunto il consigliere regionale, avrebbe poi sottolineato come il Polo di arte contemporanea debba essere esclusivamente legato ai Musei Burri, lasciando semmai Palazzo Vitelli ad una fruibilità dedicata a mostre di arte del periodo rinascimentale o dei secoli precedenti il ventesimo. “Non si può che sottoscrivere questa opinione – conclude Lignani Marchesani -, con la soddisfazione di non essere più isolati nella proposizione di progetti alternativi”.