Nella giornata di ieri, 11 maggio, la TCT ha notificato ai sindacati l’avvio della procedura di licenziamento collettivo di 51 lavoratori, interrompendo in modo unilaterale il contratto in scadenza a marzo 2024 con il Tubificio Ast di Terni.
Con una breve, ma incisiva nota, il Tubificio di Terni ha risposto alla procedura di licenziamento collettivo avviata da Gino Timpani: “Tubificio di Terni prende atto della decisione unilaterale di T.C.T. S.r.l. di interrompere le attività imprenditoriali a partire dal 22 maggio 2023 e di avviare una procedura di licenziamento collettivo, nonostante il contratto d’appalto in essere con Tubificio di Terni che scade nel marzo 2024. L’interruzione arbitraria e illegittima del rapporto contrattuale con Tubificio di Terni causerà ulteriori danni, che saranno addebitati ai responsabili. AST conferma che contribuirà a risolvere, nella misura a lei possibile, le eventuali criticità occupazionali che dovessero insorgere, nei tempi e con le necessarie modalità”.
Nella mattina di oggi, alla vigilia del silenzio elettorale per le prossime elezioni amministrative, i sindacati e i lavoratori, dopo aver proclamato 4 ore di sciopero, sono stati ricevuti dalla conferenza dei capigruppo del consiglio comunale a Palazzo Spada. Appresa la delicata situazione, i gruppi consiliari si sono impegnati a formalizzare un atto di indirizzo che è stato approvato all’unanimità dal consiglio comunale, che era stato già convocato per discutere del bilancio.
Di seguito il testo dell’atto votato dal consiglio comunale in relazione alla procedura di licenziamento collettivo avviata da TCT: “Premesso che la TCT ha comunicato, a decorrere dal 21/05/2023, la cessata attività produttiva e l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 51 lavoratori; che la situazione potrebbe estendersi ad ulteriori lavoratori della filiera, il 12/05/2023 la conferenza dei capigruppo di Palazzo Spada ha audito le sigle sindacali del comparto di riferimento. Il consiglio comunale esprime vicinanza ai lavoratori coinvolti, condanna l’atteggiamento e le scelte delle aziende coinvolte, che hanno portato all’interruzione delle attività produttive e all’apertura del procedimento di licenziamento collettivo. Pertanto si chiede il coinvolgimenti di tutti i soggetti ai tavoli aperti, ovvero i soggetti coinvolti e interessati per una risoluzione responsabile ed immediata delle crisi aperte”.
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