Rifondazione comunista di Perugia torna a parlare dei licenziamenti dei 30 lavoratori co. pro. di Città di Castello da parte di CEPU. Partendo da quanto affermato già dal comunicato della NIdiL CGIL di Perugia, rincara la dose: “a trenta lavoratori, alcuni dei quali sembrerebbero essere stati impiegati fino a cinque anni con contratti di collaborazione a progetto, non verrà rinnovato il contratto. Alle lavoratrici e ai lavoratori va intanto la nostra solidarietà e il nostro pieno sostegno. Siamo infatti di fronte ad una situazione pesante visto che, sempre come sostiene la NIdiL CGIL, questi lavoratori potrebbero essere sostituiti da altri. Insomma a quanto dato sapere non ci sarebbe un problema di produttività e di mercato, bensì la necessit di continuare ad utilizzare contratti a progetto in sostituzione di lavoro dipendente”, si legge nel comunicato del Prc, firmato anche dal segretario Enrico Flamini. “Nello specifico siamo certi che una semplice informazione collettiva presso il sindacato non abbia determinato la situazione attuale”. Il Prc fa poi riferimento anche a questioni più strettamente politiche: “proprio per chi ha proposto durante l'ultima campagna elettorale per le comunali di Città di Castello lavoro e benessere e che ora, seppur all'opposizione, siede nei banchi del Consiglio Comunale non sarà certo difficile rispondere positivamente alla richiesta d'incontro fatta dal sindacato per verificare la possibilità di salvare i posti di lavoro”.
“Esprimiamo soddisfazione – continua – per quanto dichiarato dalle rappresentanze istituzionali de “La Sinistra per Castello” e attendiamo l'intervento delle altre forze politiche e del Sindaco Bacchetta, da sempre attento per cultura politica alla difesa del mondo del lavoro”. Ed infine nel comunicato c'è spazio anche per una promessa: “Rifondazione comunista si adopererà affinchè venga da parte delle Istituzioni, Regionale, Provinciale e locale, e della società un intervento capace di risolvere la vicenda. Noi siamo e saremo con lavoratori e sindacato rispetto alle forme di mobilitazione che si vorranno mettere in atto”.