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Libri contro l’omofobia, Perugia boccia l’abolizione nelle scuole

La questione dei libri per l’infanzia contro l’omofobia torna in Commissione Cultura a Palazzo dei Priori: se ne era già parlato durante la seduta del 26 gennaio, ma l’ordine del giorno dei consiglieri Pittola e De Vincenzi sulla tanto discussa “questione di genere” e sulle diverse tipologie di famiglia continua a fare rumore. Un punto, quello discusso, sul quale la commissione si è espressa con parere contrario: maggioranza e minoranza si esprimono compatti con 7 no  (Bori, Mori, Mirabassi, Giaffreda, Bistocchi, Sorcini, Perari), 5 sì (De Vincenzi, Pittola, Felicioni, Vignaroli, Pietrelli) e 2 astenuti (Nucciarelli, Fronduti). Assenti i membri della giunta, pur convocati alla seduta.

Se n’era già parlato anche su queste colonne, quando, già a settembre, la cosiddetta teoria gender nelle scuole era uno dei temi più ambigui e dibattuti, tirata inopportunamente per la giacchetta da destra, sinistra come scudo o come spada, a difesa di un ideale che nell’essenza della stessa teoria non esiste. Una teoria che, come caso politico, esiste solo in Italia, mentre nel resto del mondo lo studio di genere affronta il problema da un punto di vista globale. Non solo: come avevamo scritto anche a settembre, a quanto ci risulta da un’indagine svolta tra i distributori di testi scolastici in Umbria, sia nelle provincia di Perugia che in quella di Terni, non ci sono scuole che hanno adottato testi di tipo gender.

Eppure la commissione cultura di Perugia si è pronunciata sul progetto sperimentale di promozione della lettura denominato “In vitro”, ideato dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, finanziato in parte dalla società ARCUS. Un progetto a cui la Regione Umbria ha aderito, e per la cui attuazione sono stati distribuiti nelle scuole del territorio perugino, tra gli altri, “Il libro delle famiglie” (Edizione Piemme) e “Piccolo Uovo” (edizione Lo Stampatello). Libri che sviluppano “una visione consumistica, creando disorientamento nei bambini, futuri cittadini del nostro territorio”, dicono Pittola e De Vincenzi, i quali, di fronte alla mancata condivisioni con le associazioni dei genitori, hanno proposto di impegnare il sindaco Romizi (firmatario dei Patti locali per la lettura e autorità sanitaria del territorio) e la Giunta ad adottare tutte le iniziative necessarie per procedere all’immediato ritiro dei libri contro l’omofobia dalle scuole del territorio. Un progetto di cui De Vincenzi ha voluto mettere in discussione non la bontà, ma “la non veridicità delle affermazioni che sono contenute in alcuni testi”.

Dati preoccupanti – Sono le dirigenti regionali Bartolucci e Pinna a riferire in commissione che il progetto in vitro, è stato adottato in sei province italiane. Per Terni e Perugia c’è un obbiettivo fondamentale e condiviso: ossia quello di aumentare, sin dalla tenera età, dalle fasce 0-3 e 3-6 anni, la lettura, di stimolare e favorire lo sviluppo cognitivo del bambino e lo sviluppo del processo relazionale del genitore e dell’educatore. I dati sul tasso di lettura in Umbria, infatti, sono preoccupanti, anche se in crescita: nel 2015 il 44% aveva letto almeno un libro in un anno, contro il 39% del 2014. A questo quadro, dunque, la Regione ha cercato di dare una pennellata forte, distribuendo nei nidi e nelle scuole materne, in kit di 20/25 volumi, 9500 libri, selezionati, anche per quanto riguarda “Il libro delle famiglie” e “Piccolo Uovo”,  in base a criteri di ordine generale, chiarezza comunicativa, rappresentativi della realtà in cui si vive.

La parola ai genitori – Diverse le perplessità sollevate dai genitori, per voce di Ernesto Rossi, del presidente del Forum delle Associazioni familiari dell’Umbria, che al suo interno raccoglie circa 47 associazioni con oltre 12 mila persone coinvolte. Perplessità che riguardano la difficoltà che incontrano quando si trovano a “doversi relazionare con i loro figli, anche di tre anni, su temi così forti“, hanno spiegato.

Famiglia tradizionale? – E’ nel dibattito tra i consiglieri che il tema viene snocciolato, riportando alla memoria riferimenti quali quello alla famiglia “tradizionale”, “classica”, “naturale” e “conservatrice”, o alle favole raccontate dai libri del progetto In vitro, al cui interno sono fatti salvi “principi morali e avvertimenti”. E c’è chi, come il consigliere Vignaroli (Progetto Perugia), critica la modalità con cui “alcuni modelli sono presentati ed alle volte imposti. Viviamo in periodi che Pasolini definiva di “mutazione antropologica”; per questo dobbiamo stare attenti a non vanificare i risultati che la nostra società ha raggiunto senza avere ben chiari gli obiettivi da perseguire”, ha detto.

Arrivato però il “no” della commissione, giunge anche il commento dei rappresentanti di Omphalos Perugia: “richiesta faziosa e totalmente fuori luogo quella di De Vincenzi – commenta Patrizia Stefani, co-presidente di Omphalos Arcigay Arcilesbica – che dimostra ancora una volta come certi personaggi e partiti politici non hanno per niente a cuore il benessere e l’integrazione della nostra società, ma solo l’imposizione della loro verità e la salvaguardia di una società basata sull’odio per tutto ciò che è diverso dal modello prevalente. Mentre in tutta Italia si susseguono eventi drammatici di adolescenti che si tolgono la vita perché non riescono a sopportare il peso di una società che non li accetta, c’è ancora chi tenta di bloccare l’educazione al rispetto e alla diversità nelle scuole con argomentazioni da crociata medioevale”.

Frasi riprese anche dal co-presidente di Omphalos Emidio Albertini: “dopo la bocciatura in Regione il consigliere De Vincenzi ha tentato la strada del Comune di Perugia dove siede in maggioranza, ma la sua crociata da santa inquisizione è stata bocciata dai suoi stessi compagni di partito. Ancora una volta la favola della “teoria del gender” si è dimostrata per quello che è, cioè una mistificazione creata ad hoc dalle associazioni ultra cattoliche per combattere il processo d’uguaglianza delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Suggeriamo al consigliere di iniziare ad occuparsi di temi e problemi reali del nostro territorio e non di leggende metropolitane utilizzate per creare paura e accrescere le discriminazioni verso omosessuali e transessuali”.
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