(Carlo Ceraso) C’era anche uno spoletino fra i 121 italiani portati in salvo dalla Libia dagli uomini della San Giorgio, la nave da guerra della Marina Militare Italiana. Lo ha rivelato questo pomeriggio (ieri per chi legge, n.d.r.), nel corso del consiglio comunale, il capogruppo del Pd Marco Trippetti che ha così dato il ‘bentornato’ al concittadino. Si tratta dell’ingegnere Alberto Moriconi, 65 anni, che si trovava a Misurata quale consulente della Lisico, società libica impegnata nella siderurgia. E’ lui stesso, raggiunto al telefono da TO®, a svelare i retroscena della fuga dalla terra del rais Muammar Gheddafi. Un racconto che svela come il ministero della difesa fosse pronto anche ad un intervento militare – e con uno dei reparti migliori, gli incursori del battaglione San Marco – pur di riportare in patria gli italiani. Ed è proprio sotto il controllo dei lagunari che si è svolto l’imbarco dei nostri connazionali.
“E’ stato grazie ai responsabili della Lisico che l’operazione si è potuta svolgere nel migliore dei modi – ricorda l’ingegnere -, quando hanno saputo che il porto di Misurata era teatro di scontri a fuoco ci hanno messo a disposizione il loro porto privato”. Comincia così un rapido contatto con la Farnesina e il dicastero del ministro La Russa. La San Marco intanto entra in acque libiche e si posiziona a 1 miglio marino dalla costa. Arriva l’ok delle autorità libiche: è il segnale per attivare i mezzi da sbarco della Marina (la nave non può attraccare nel piccolo porto). I marò cominciano l’opera di traghettamento, pronti ad intervenire militarmente in caso di necessità. “Fortunatamente non ce n’è stato bisogno” dice Moriconi “tutto è filato liscio”. Una operazione durata alcune ore che ha consentito il rimpatrio di 121 italiani e 137 europei. I connazionali lavoravano per alcune società come Impregilo, Ferretti e Tecnomontaggi. Ma il fiore all'occhiello delle forze armate, lo si apprende oggi, aveva anche un PianoB: se non fosse arrivato il via libera, i lagunari avevano già pianificato un piano di evacuazione.
“C’era tensione ma non posso dire di aver avuto paura. La situazione era difficile, a 20 chilometri da noi si combatteva ma sapevamo di poter contare sul popolo libico. I libici sono ospitali, un popolo buono e da sempre hanno ottimi rapporti con noi. La radio locale poi mandava continuamente messaggi ai libici invitandoli a proteggere gli italiani”. “Quando siamo andati via ci hanno applaudito e regalato delle arance, un dono per dimostrare la loro amicizia, un invito a tornare presto. Voglio ringraziare il popolo libico per come ci hanno protetto e, ovviamente, la nostra Marina militare”. Siamo a venerdì 27 febbraio. Il 29 la San Marco approda a Catania e i 258 possono finalmente far ritorno alle proprie abitazioni. Qualcuno, fra cui l’ingegner Moriconi, viene intervistato dalla troupe del Tg5 (guarda il video). “Ringrazio il dottor Trippetti per la citazione, ma non credo di meritare tanto”.
Consiglio infuocato – il prosieguo del consiglio comunale ha visto l’opposizione all’assalto della Giunta. Gianmarco Profili (Gruppo misto) ha attaccato il sindaco Benedetti per non aver comunicato all’assemblea le proprie dimissioni da assessore della Comunità montana. “Dimissioni vecchie di un mese e scoperte per caso, ma che il sindaco non ha ritenuto di dover dare comunicazione neanche ai capigruppo”. Al suo posto (guarda il documento) andrà l’assessore Cintioli che proprio da gennaio ha la delega alla Comunità Montana. Sullo stesso tono anche il capogruppo di Rinnovamento, Angelo Loretoni. “Dall’esame dei verbali di giunta – ha detto Loretoni – risulta che il nostro sindaco ha partecipato alle riunioni solo 17 volte su 50”. Loretoni poi, insieme a Grifoni (Spoleto Prima) e Hanke (Pdl) ha chiesto lumi sul recente concorso indetto dalla Vus. Una selezione su cui l’opposizione vuole vederci chiaro.