Lu. Bi.
Enrico Melasecche e il suo partito, l'UdC, tornano alla carica contro la giunta Di Girolamo. Questa volta, dopo l'attacco frontale al modus operandi dell'amministrazione, la questione riguarda il grande pilota ternano di motc, Libero Liberati, di cui il 5 marzo ricorrerà la celebrazione del 50° anniversario dalla sua scomparsa. Il Comune ha stabilito l'intitolazione del parco dei “Campacci” di Marmore al campione di motociclismo, ma a quanto pare sembra si tratti di una cointestazione. L'episodio è l'occasione per lanciare un altro strale verso la giunta Di Girolamo, ricordando il fallimento del tanto sbandierato progetto di un museo del motociclismo. Ecco le parole di Enrico Melasecche: “A cinquant’anni dalla morte di Libero Liberati, il mitico eroe ternano della moto, la cui popolarità non cessa nonostante il passare delle generazioni, l’amministrazione comunale in che modo si appresta a celebrarlo? Non intestandogli ma solo cointestando a lui il Parco di Campacci che non cambierà nome ma aggiungerà al toponimo il nome del campione mondiale.
Per anni gli amanti di quello sport ed i clubs che a lui si rifanno avevano chiesto alle varie amministrazioni comunali di realizzare a Terni un circuito per moto. Addirittura il presidente di un club si fece eleggere in Comune con il centro destra e poi passò al centrosinistra comodamente giustificando tale scelta disinvolta, che cozzava con la onestà intellettuale adamantina di Libero Liberati, con l’esigenza di realizzare tale obiettivo. Ovviamente costui prese in giro i propri elettori ma fu anche lui sonoramente preso in giro dal sindaco dell’epoca perché del circuito si sentirono molte promesse ma di realizzazione poi neanche l’ombra.
Molto più recentemente allo scadere dell’amministrazione Raffaelli fu presentato in I Commissione e poi in Consiglio Comunale un progetto per cedere un’area pregiatissima sulla Marattana di proprietà comunale ad un imprenditore con la scusa che questa volta si sarebbe realizzato addirittura un museo del motociclismo da intestare a Libero Liberati. Si trattava di un bellissimo progetto in quanto il privato, favorito in tutti i modi dal Comune, ottenuta l’area senza gara (quindi illegittimamente) con notevoli cubature da realizzare avrebbe costruito una semisfera di cristallo serigrafato da adibire a tale scopo. Si evocarono masse di turisti ed altre amenità del genere. La verità è che, una volta che i consiglieri comunali approvarono la vendita ad personam tutto fu poi cambiato dalla giunta Di Girolamo e, come accade in molti film, è stata assestata una vera e propria “stangata” alla città perché del museo sono stati fatti sparire persino i disegni utilizzati in I Commissione per magnificare l’opera, come se non fossero mai esistiti.
Una cosa così triste per la memoria di Liberati ma anche per la dignità del Consiglio Comunale da far accapponare la pelle se ancora la politica locale ne avesse.
Oggi, dopo anni di furbizie di varia natura ci si accinge a celebrare i cinquant’anni dalla morte di Liberati con un’idea misera e ben poco originale.
Forse sarebbe stato molto meglio realizzare un percorso ciclo-pedonale dalla città alla Cascata, come abbiamo proposto più volte, intestandogli proprio il tratto in cui cadde e morì, in corrispondenza della curva ben nota a tutti i ternani in cui fu inizialmente collocata la lapide ricordo.
Si sa, la riconoscenza non è di questo mondo ma, almeno per decenza questa giunta avrebbe forse fatto meglio, dopo la figura barbina del museo-fantasma, a non scomodarne la memoria per questa sorta di presa in giro.”