Revocate immediatamente i decreti provinciali in materia ambientale e ittico venatoria ai 5 iscritti del Wwf rinviati a giudizio dal Tribunale di Spoleto. E comunque, non provvedere al rinnovo alla scadenza del primo ottobre 2020. Questa la richiesta formale che l’avvocato Marzio Vaccari ha inoltrato al comandante della polizia provinciale di Perugia, Joselito Orlando, per conto dell’Associazione nazionale Libera Caccia dell’Umbria. Una richiesta fatta alla luce della documentazione e dei fatti emersi nell’audizione del presidente Ancl Umbria, Lando Loretoni, e dello stesso avvocato Vaccari davanti alla Commissione Statuto e regolamenti controllo e garanzia della Provincia di Perugia.
Il braccio di ferro tra Libera Caccia e Wwf
La vicenda è quella alle guardie giurate volontarie del Wwf che negli anni passati hanno effettuato controlli in materia ittico-venatoria, elevando multe ed effettuando sequestri, senza essere in possesso del decreto della Provincia di Perugia (l’unico che abilita), operando con il solo decreto prefettizio che abilita alle verifiche in tema ambientale.
Il decreto tardivo e le multe annullate
Decreti che la Provincia di Perugia aveva poi rilasciato, il 2 ottobre 2018, quando il caso era già stato dibattuto anche in Regione e soprattutto era stato formalmente denunciato alle autorità competenti. Tanto da arrivare all’annullamento da parte della Regione di alcuni verbali proprio perché le guardie del Wwf non avevano titolo per farli. E soprattutto, all’udienza che il prossimo 22 ottobre vedrà comparire le guardie venatorie in questione davanti al Tribunale di Spoleto per rispondere del reato di usurpazione di funzioni pubbliche per aver esercitato controlli in materia ittico venatoria senza averne titolo.
L’audizione in Commissione provinciale
Vicenda, quest’ultima, di cui gli uffici della Provincia di Perugia, come attesta la documentazione presentata dall’avvocato Vaccari, erano a conoscenza.
L’audizione in Provincia è stata convocata dal presidente della Commissione controllo e garanzia, Marcello Rigucci, proprio alla luce delle scelte dell’Ufficio ambiente e contenzioso dell’Ente.
Dalle guardie del Wwf multe nelle preaperture
E in considerazione del fatto che le cinque guardie volontarie del Wwf continuano ad effettuare controlli e sanzioni, anche nelle prime due giornate di preapertura.
Cacciatori filmati con le telecamere
Tra le tante irregolarità segnalate dalla Libera Caccia in questi mesi, poi, c’è anche l’illecito utilizzo, da parte di alcune guardie del Wwf, di microtelecamere con cui vengono filmati cacciatori e pescatori durante i controlli, senza autorizzazione. Fatto questo segnalato anche alla Regione Umbria e al Garante della privacy.
I nodi emersi dalle carte
Prima dell’audizione, la responsabile dell’Ufficio ambiente e contenziosi della Provincia di Perugia aveva scritto alla Libera Caccia di non poter adottare alcun provvedimento di revoca o sospensione del decreto nei confronti delle cinque guardie volontarie in assenza di comunicazioni, da parte degli organi preposti, di provvedimenti che facciano venire meno i requisiti.
In Audizione – alla quale non era presente la dirigente, ma altri soggetti dell’Ufficio, oltre ai consiglieri che la compongono – l’avvocato Vaccari ha mostrato documenti dove risulta che la Provincia di Perugia era stata informata dei provvedimenti assunti dalla Procura di Spoleto.
I decreti in scadenza e la diffida della Libera caccia
I decreti rilasciati dalla Provincia di Perugia alle cinque guardie giurate volontarie del Wwf scadono il prossimo primo ottobre. Libera Caccia, alla luce della documentazione presentata, si attende non soltanto, ovviamente, che la Provincia non provveda al rinnovo, fino all’esito del procedimento penale nei confronti delle cinque guardie giurate volontarie del Wwf. Ma che gli attuali decreti in loro possesso vengano da subito sospesi o revocati. E che nel frattempo vengano acquisiti tutti i verbali delle sanzioni in materia ittico venatoria e dei sequestri effettuati dalle guardie in questione.
Chiamata in causa la responsabile degli Uffici della Provincia
Ma nella lettera inviata dall’avvocato Vaccari al comandante Orlando si chiede anche di verificare se la responsabile dell’Ufficio ambiente e contenziosi della Provincia abbia segnalato alla Procura della Repubblica, essendone a conoscenza, che le cinque guardie venatorie continuavano ad operare senza decreto abilitativo e se l’istruttoria per il rilascio successivo dei decreti sia stato avviato, e concluso, pur sapendo che in passato avevano svolto questa funzione senza titolo.