Daniele Benedetti (*)
Cari concittadini e care concittadine,
a conclusione di un anno indubbiamente difficile mi permetto di scrivervi nella speranza di riuscire a condividere con voi alcune riflessioni che ritengo di grande importanza per la nostra comunità.
Un anno fa il tradizionale saluto natalizio ai dipendenti comunali fu l'occasione per “richiamare” tutti a un impegno straordinario, in un momento in cui la crisi stava mettendo a dura prova gli enti locali. L'evidenza dei fatti non permetteva più di ignorare un elemento essenziale: tutti – amministratori e dirigenti, famiglie e singoli cittadini, imprese e imprenditori, categorie economiche e produttive, professionisti e dipendenti, ricchi e meno ricchi – eravamo chiamati a fare qualcosa, a rinunciare a qualcosa per il bene dei più deboli e del Paese.
Oggi siamo chiamati a compiere un grande sforzo, prima di comprensione e poi di impegno, affinché questa fase della crisi si possa risolvere in un cambiamento serio e duraturo. Ora che sembra finalmente essere scoccata l'ora della politica della sobrietà e del rigore, spetta a noi, istituzioni elette dai cittadini, continuare a garantire le tutele ai più poveri e lavorare per l’interesse generale della comunità.
Non c’è tempo da perdere, ognuno è chiamato a ragionare sull’essenziale, sul superfluo da eliminare. Una volta tanto cittadini e istituzioni stanno navigando sulla stessa barca, e questo è un po’ merito della crisi. Il 2012 non è ancora iniziato, ma già si è affacciata quella complessità, che un anno fa avevamo previsto.
In questi due anni e mezzo abbiamo lavorato molto per assestare il passato e programmare il futuro: da ora in avanti dobbiamo sapere che in assenza di un patto sociale che guardi alle esigenze delle famiglie, dei giovani, dei pensionati, dei poveri (vecchi e nuovi), non potremo fare nulla di ciò che abbiamo programmato. Qualsiasi sacrificio chiedessimo per il 2012 sarebbe vissuto come un taglio, un balzello, un’imposizione fine a se stessa. Dobbiamo fare il grande sforzo di intravedere il futuro in mezzo al tunnel, perché il futuro ci sarà comunque.
Noi però dobbiamo costruire il futuro possibile cercando insieme la strada. Se non condividiamo insieme tutte le cose possibili, quelle che effettivamente si potranno realizzare da qui in avanti, non andremo da nessuna parte e peggio, inganneremo noi stessi prima che la città.
Se ne abbiamo capito l’urgenza e la necessità, abbiamo un compito nuovo: dobbiamo essere noi, applicandole per primi, a fornire alle istituzioni superiori e al governo, gli esempi concreti di scelte improntate sì al rigore, ma anche all’equità e alla crescita.
Ma se davvero siamo convinti che ogni cittadino deve contribuire in rapporto alle proprie possibilità, dobbiamo sapere che applicare il principio di equità equivale a promuovere la costruzione di una società quanto più coesa e solidale. Dobbiamo capire fino in fondo che non è più tempo di fare fughe in avanti da soli, perché dopo un po’ di strada il rischio di rimanere soli si fa concreto. Questo è il momento di una grande consapevolezza comune.
Ho sempre cercato la collegialità della Giunta, oggi c’è bisogno di una condivisione che vada oltre gli organi istituzionali. Non basta più il confronto con la Giunta, il Consiglio Comunale, i dirigenti e i dipendenti, oggi la Politica e le istituzioni possono salvare il paese solo insieme alle città e ai cittadini, anche superando gli steccati, perché in questo momento l’interesse generale, il bene comune e la salvezza del Paese, valgono più delle differenze politiche ed ideologiche.
Sarà allora necessario capire insieme quante delle cose che pensavamo di fare non si possono più realizzare perché tre manovre finanziarie nell’arco di pochi mesi hanno ridotto gran parte dei programmi locali in libro dei sogni. Sarà indispensabile ragionare insieme sulle priorità che possiamo e dobbiamo individuare per rinsaldare la nostra comunità e il legame tra istituzioni e cittadini, per non abbandonare i più deboli, per rilanciare la crescita di Spoleto.
Però, prima ancora di sedersi al “tavolo di Spoleto” è importante che ciascuno comprenda che non potrà andare incontro al futuro da solo, perché nessun amministratore, dirigente, politico, esperto di economia, semplice cittadino può pensare di avere la ricetta per tutti, nel momento in cui tutti sono chiamati a fare la propria parte.
Ai cittadini e alle famiglie di Spoleto l’augurio di un Natale sereno e di un 2012 importante per costruire insieme un futuro migliore.
(*) Sindaco della Città di Spoleto