Ex sindaco di Monteleone di Spoleto a processo per lesioni personali colpose a seguito di un incidente sul lavoro in cui rimasero coinvolti due operai del comune. Si tratta di un reatino di 29 anni e di un 54enne del posto che, nell’agosto del 2007, erano incaricati di eseguire dei lavori di manutenzione sulle mura di cinta del borgo della Valnerina. L’incidente si verificò all’altezza di porta Santa Caterina quando il mezzo dotato di piattaforma aerea su cui i due stavano operando si sfrenò iniziando una pericolosissima discesa ‘libera’. A bordo del cestello, sospeso a diversi metri di altezza, c’era il più giovane dei due operai, che dopo aver atteso qualche istante saltò a terra procurandosi la frattura di tibia e perone e una ferita lacerocontusa alla testa. Non andò molto meglio al collega, sceso qualche istante prima, che rimase quasi schiacciato tra il mezzo meccanico e le mura.
“I cunei non c’erano” – Oggi in aula di fronte al giudice Augusto Fornaci i due uomini, uno dei quali costituito parte civile nel procedimento, hanno ripercorso i fatti. A quanto è emerso dalle testimonianze loro e dell’ispettore dell’Asl incaricato di far luce sull’accaduto, gli stabilizzatori sarebbero usciti dalla loro sede facendo perdere al mezzo l’aderenza al terreno. Inoltre – sarebbe questo uno dei punti focali secondo il giudice – i cunei che avrebbero dovuto fornire una sicurezza aggiuntiva bloccando le ruote non sarebbero stati piazzati. Questo è quanto ha risposto il lavoratore che operava sul cestello ad una precisa domanda del dottor Fornaci. Sarebbero stati piazzati nelle ‘tappe’ precedenti, ma non in quella di Porta Santa Caterina, dove si verificò l’incidente.
Nessuna formazione – Dalle testimonianze non è emerso con chiarezza a chi sarebbe spettato il compito di piazzare questi cunei. Quello che risulta piuttosto chiaramente è che nessuno dei due operai abbia frequentato un corso di formazione specifico per l’utilizzo di un mezzo meccanico con quelle caratteristiche. L’istruttoria dibattimentale di concluderà il prossimo 3 febbraio con l’escussione dei 10 testimoni della difesa, rappresentata dagli avvocati Iolanda Caponecchi e Marco Bellingacci del foro di Spoleto, che vogliono chiarire alcuni contorni della vicenda rimasti tuttora poco definiti. Pubblico Ministero è la dottoressa Roberta Maio.
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