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L’esempio di Spoleto a LuBec

L’esempio di Spoleto ‘capitale della cultura’ a LuBec (Lucca Beni Culturali), il meeting internazionale dedicato allo sviluppo e alla conoscenza della filiera beni culturali – tecnologie – turismo. Lo scorso venerdì si è parlato del Piano Strategico della Cultura, un documento operativo di programmazione a breve-medio termine per definire interventi del settore culturale. L’obiettivo è la nascita di un sistema sinergico di lavoro e scambio tra le Città Italiane Capitali della Cultura per la creazione di un sistema circolare di informazioni, di programmazione e di valorizzazione dei territori che tenga conto delle opportunità dei finanziamenti europei e dei possibili interventi di privati e di enti.

Partecipavano a Lubec sia Matera, designata Capitale Europea 2019 e le altre città che erano in nomination, sia le dieci città selezionate per il titolo di Capitale italiana della Cultura per il 2016 e 2017, un bando volto a sostenere, incoraggiare e valorizzare la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura. Il prossimo 27 ottobre al Mibact a Roma sarà comunicata la città scelta quale Capitale italiana della cultura 2016. Entro dicembre verrà scelta la Capitale del 2017.

A presentare la candidatura di Spoleto capitale della cultura, attorno a cui si è creata una community di più di 6000 persone, è stato l’architetto Giorgio Flamini che, ringraziando gli assessori Antonio Cappelletti e Gianni Quaranta, il dirigente della cultura Antonella Quondam e Andrea Tomasini, ha illustrato il piano strategico della candidatura di Spoleto. Il piano è declinato attorno alla figura concettuale delle porte. Spoleto è da sempre porta delle culture, modello di città ideale con le 12 porte esemplate sul modello della Gerusalemme celeste. 12 porte, 12 progetti per essere capitale della cultura. Le 12 porte sono: la Porta delle Generazioni, la Porta della Trasformazione e dei Talent, Porta della Narrazione e dell’Azione, Porta della Giustizia, Porta della Memoria, Porta tra passato e Presente, Porta Socchiusa, Porta del Mito, Porta del Corpo e dell’Anima, Porta della storia, Porta del Contemporaneo, Porta della Progettazione.

A simboleggiare con forza plastica il progetto di Spoleto è il logo scelto: il Teodelapio, la grande scultura di Alexander Calder che è il primo grande stabile in acciaio, realizzato dall’artista americano per la mostra “sculture in città 1962” voluta da Giovanni Carandente. La scultura si eleva proprio dinanzi alla stazione ferroviaria e si erge come una porta che – ha spiegato Flamini- “ricorda in forma moderna la nostra storia e nello stesso tempo dà accesso all’oggi e al domani della nostra città”.