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Leonessa torna a sognare l’annessione all’Umbria

Dal Comune di Monteleone di Spoleto dista appena 13 chilometri, meno della metà dal confine con l’Umbria sul versante della provincia di Perugia. Da quello di Polino (Terni) una quindicina, passando per strade meno agevoli. Leonessa, Comune reatino di poco meno di 2.500 abitanti, è ai margini del Lazio ma da tempo aspira ad approdare in Umbria. O almeno lo spera un nutrito gruppo di cittadini, soprattutto in vista del disegno di legge che cancella le attuali regioni prevedendone 12 macro ed accorpando la provincia di Rieti alla Regione Adriatica, con capoluogo ipotizzato Pescara. Gli abitanti di Leonessa, quindi, cercano di correre ai ripari prima che sia troppo tardi, cercando rifugio in Umbria. E cercando di aprire la strada anche ad altri Comuni reatini, che stanno già alla finestra per vedere cosa succederà con un eventuale nuovo referendum. Già perché Leonessa ci aveva già provato.

Il referendum del 2008 e gli impianti da sci – Era l’inizio del 2008 quando “esplose” il caso Leonessa. L’allora amministrazione comunale, capeggiata dall’ex sindaco Alfredo Rauco (attualmente consigliere comunale), nonostante le resistenze dei partiti politici di allora, scese in campo recriminando in maniera bipartisan l’atteggiamento e la lontananza della Regione Lazio (allora il presidente era Piero Marrazzo). Causa scatenante dell’indizione del referendum, visto di buon occhio da vari politici umbri, era il completamento degli impianti sciistici di Campo Stella: esisteva infatti all’epoca un project financing del valore di 56 milioni di euro ma da 4 anni il progetto era bloccato per colpa di una norma regionale. Tra le speranze di una parte di leonessani e di alcuni politici umbri (qui e qui), l’ok arrivato dalle istituzioni umbre e dalla Cassazione, alla fine era stata fissata la data del 30 novembre per il referendum. Per non molti voti alla fine il referendum fallì a causa dell’alto quorum non raggiunto. Leonessa, però, finalmente un po’ di attenzione (e anche svariati milioni di euro per gli impianti sciistici, inaugurati di recente) la ottenne.

Due comitati tornano alla carica – La voglia di staccarsi dal Lazio, però, i leonessani non sembrano averla persa se è vero, come è vero, che in queste ultime settimane almeno due diversi gruppi di cittadini si sono mossi più o meno in silenzio. I primi a tornare a parlare pubblicamente dell’unità tra Umbria e Sabina, un mesetto e mezzo fa, sono stati tre amanti del territorio, Gianfranco Paris, Massimo Spadoni e Maurizio Terzetti, che hanno redatto un documento in 10 punti. Scoprendo pochi giorni dopo che c’era un altro comitato che stava lavorando alacremente a riproporre il progetto di Leonessa in Umbria. Quest’ultimo è guidato da Francesca Cesaretti, Tiziana Boccanera, Valentina Milano, Antonio Zelli, Carlo Fornari, Gabriele Cesarini, Giuseppe Rauco e Mario Polia.

La presentazione del progetto – Il comitato referendario è stato chiamato “Tutti SiAmo Leonessa” e verrà presentato ufficialmente questa sera, martedì 29 dicembre, alle ore 21.30, presso il Teatrino parrocchiale in piazza VII Aprile a Leonessa. “L’iniziativa – spiega il comitato – è stata presa in questo determinato periodo storico in cui la politica ridisegna i confini delle Regioni e ha già abolito le Province, senza ancora stabilire gli Enti Locali che li andranno a sostituire o nei quali esse verranno trasferite. Da quanto emerge vox populi, il destino della Sabina tutta, e di Leonessa, è incerto, essendo questa riconfigurazione a carattere nazionale e conseguentemente con poche speranze di attenzione alle vere esigenze delle singole realtà. In questa situazione il comitato ha in animo di raccogliere le firme per indire un referendum di volontà popolare, per l’annessione del territorio della città di Leonessa al territorio dell’Umbria”.

Le motivazioni del comitato – “Da 40 anni, – spiega il comitato Tutti SiAmo Leonessa – il territorio reatino è stato condannato a un inesorabile declino e ha visto lentamente morire tutto il tessuto imprenditoriale: industria, agricoltura, commercio, turismo. Dopo anni d’irresponsabile abbandono l’ennesimo colpo è inferto dall’abolizione delle province. Il disegno di legge di ristrutturazione delle regioni, ad oggi alla Camera, prevede la divisione dell’Italia in 12 macroregioni. Rieti e la sua ex-provincia, dunque anche Leonessa, faranno parte della “Regione Adriatica”, con l’Abruzzo, Marche e Molise. Il capoluogo sarà, probabilmente, Pescara”.

L’ipotizzato passaggio con Terni – “Facendo leva sulla volontà popolare sancita e difesa dalla Costituzione, prima che i politici decidano in base ai loro interessi e a quelli dei macro-organismi che rappresentano, – prosegue il comitato – intendiamo proporre un referendum che permetta a Leonessa di far riferimento non alla distante ed estranea Viterbo, o in futuro alla lontanissima Pescara ma alla vicina Terni e all’Umbria. Se ci muoviamo in tempi brevi, possiamo ancora scongiurare il pericolo del decentramento in una sede così lontana, evitando la scomodità e l’umiliazione che ne derivano. Perché per noi Terni è preferibile a Viterbo:

  • Per la minore distanza: la strada che passa per Polino permette di raggiungere Terni in soli trenta minuti.
  • Per la Sanità: la sanità umbra e, in particolare, quella ternana offre un servizio qualificato e attento, come sanno molti leonessani che già ne usufruiscono.
  • Per l’Istruzione: oltre a scuole superiori di vario genere, Terni conta anche la Facoltà di Medicina e Chirurgia, Infermieristica, Ingegneria ed Economia, tutte facenti parte dell’Università di Perugia.
  • Per il Turismo: il turismo religioso,naturalistico,artistico ed architettonico, enogastronomico e sportivo, attirano milioni di persone ogni anno e in tutte le stagioni.
  • Per l’industria, il commercio e le possibilità di sviluppo del territorio.
  • Per le Infrastrutture: oltre ad essere servita dalla ferrovia che immette al nodo di Orte ai treni veloci, Terni conta con un servizio di trasporti efficiente e in continua espansione ed è collegata con una rete viaria e autostradale di primaria importanza.
  • Per la storia in comune: la nostre più lontane radici storiche e culturali sono umbro-sabine; le relazioni tra territorio leonessano e umbro sono state sempre consistenti; le tradizioni sono esattamente comparabili.

Con l’annessione del territorio di Leonessa e di quello sabino, l’Umbria rafforzerebbe la sua presenza nella Macroregione Appenninica e sarebbe in grado di bilanciare la preponderanza della Toscana; il territorio ternano acquisirebbe inoltre un’area montana importante con conseguente espansione del turismo e delle attività commerciali collegate alla Montagna. Leonessa, col suo consistente patrimonio storico, religioso e naturalistico, sarebbe inclusa nei notevoli flussi del turismo umbro e in quello, specialmente fiorente, della limitrofa Valnerina”.