Perugia e l’Umbria hanno salutato Leonardo Cenci. Nella Cattedrale di San Lorenzo, con il sindaco Romizi e la governatrice umbra Catiuscia Marini, tante autorità cittadine ed umbre, ma soprattutto tanti amici e persone che hanno conosciuto ed imparato ad apprezzare Leonardo per quello che ha saputo fare in questi sei anni di lotta contro il cancro.
Monsignor Giulietti nella sua omelia ha citato Papa Francesco (che Leonardo stava per incontrare ed a cui il cardinale Bassetti ha raccontato la storia di questo coraggioso ragazzo e credente), ricordando la possibilità che è data ai credenti di abbracciare la vita, “non per quello che dovrebbe essere idealmente, ma per quello che è realmente“.
“Quello che i sapienti del mondo non capiscono – ha sottolineato – Leonardo l’ha capito bene. Ha reso la malattia l’occasione per dire qualcosa di importante sulla vita e sul suo significato. Se Leonardo non fosse stato malato – ha aggiunto – forse questo non sarebbe accaduto, forse oggi la Cattedrale non sarebbe così piena“. Perché “trasformare le difficoltà della vita in qualcosa di positivo“, che è “il dono grande del Vangelo“, è “il messaggio che con la sua corsa Leonardo ha lasciato a questa città“. Giulietti ha quindi invitato i fedeli a pensare ai tanti “Leonardo” che ci sono nelle case e che lasciano questo messaggio.
I Grifoni e gli scout
Parole pronunciate davanti al feretro di Leonardo, ricoperto dalle sciarpe dei gruppi ultras della Curva Nord e la maglia del Grifo, la sua squadra. Con i Grifoni che hanno voluto essere presenti per rendere omaggio al loro grande tifoso. Così come l’allenatore Serse Cosmi. Intorno al feretro, con i familiari e gli amici più stretti, i rappresentanti delle istituzioni, il “vecchio” gruppo scout di Leo, e ancora tanti sportivi, alcuni dei quali in tuta, perché Leonardo Cenci era soprattutto uno sportivo, che nello sport e nella corsa ha trovato le energie per lottare contro il cancro come pochi altri hanno saluto fare.
E poi i volontari dell’associazione fondata da Leonardo Cenci, “Avanti Tutta”, a cui sono state devolute le offerte per proseguirne l’opera.
I messaggi
Visibilmente commosso il sindaco Romizi nel portare il saluto della città “che Leonardo avrebbe gradito, perché sentiva forte l’appartenenza a questa nostra comunità. E nonostante quella linguaccia irriverente, teneva anche alla forma e alle Istituzioni“. Ma il sindaco, ha detto che l’onoreficenza più grande è la presenza dei perugini, “i vostri volti, i vostri occhi”. “Leo poteva piangere, e probabilmente ha anche pianto – ha ricordato il sindaco – ma ha scelto la missione di chi asciuga le lacrime. La vita va amata in ogni momento: questo sembrava leggersi in ogni piega del sorriso di Leo“. II sindaco ha poi aggiunto: “Leo era un innamorato: amava Perugia. E Perugia lo ha ricambiato e continuerà a farlo”. E poi il saluto di Romizi, che a quel punto non ha più potuto trattenere le lacrime, a Orietta e Sergio: “Due giganti, i corazzieri di Leo, con il loro eroismo silenzioso“.
Romizi ha quindi letto alcuni passi del libro di Leonardo Cenci: “Ottimismo ragazzi, ottimismo! Fate qualcosa che renda il mondo più bello“. Questo il lascito di Leonardo, a cui, ha assicurato Romizi, seguiranno anche segni tangibili, come nella “richiesta di popolo” per intitolare a Leo luoghi di Perugia che lui amava.
A Orietta e Sergio, ed alla “famiglia allargata di Avanti Tutta“, il messaggio rivolto dalla presidente Catiuscia Marini. Che ha ricordato l’onoreficenza più alta della Repubblica che gli fu consegnata dal Presidente Mattarella, ricordando l’emozione di Leo per quella cerimonia al Quirinale, ma anche il selfie con la linguaccia insieme al Capo dello Stato e la successiva telefonata scherzosa proprio con la presidente Marini. Il suo attivismo, gli sms “che mandava anche a notte fonda“, il suo “ottimismo“, la sua “forza di reagire“. Il rispetto che Leonardo aveva del ruolo della sanità pubblica, della ricerca e della scienza medica. E poi una parola, che lo caratterizza: “Solidarietà“. Una solidarietà “che si è fatta impegno civile, anche nel momento più difficile“. E il ringraziamento per quanto Leonardo, con Avanti Tutta, ha fatto all’interno dell’ospedale di Perugia. Infine, Marini ha concluso dicendo: “Grazie Leo, per quello che hai fatto, per quello che lasci. Grazie a nome di tutta l’Umbria”.
Chiara Bennati, il medico che insieme ad altri, ha seguito Leo: “Quale prezzo devi pagare, Chiara? Nessuno. Per me è stato solo amore, per Leo che è stato un paziente, poi un amico, poi un compagno di avventure, poi un collega con cui andavo da altri pazienti, ai quali Leo allargava i cuori”.”Mi sento parte di questa famiglia. A cui ho chiesto scusa per non aver potuto fare di più. E loro che mi dicono: Chiara, abbiamo ancora bisogno di voi“. La dottoressa ha ricordato i volontari di Avanti Tutta, che stasera si riposa, ma “da domani riparte“. Infine: “Leo non ha sconfitto il cancro, perché di cancro si muore. Ma Leo ha fatto qualcosa di più grande: ha sconfitto la paura. Leo non ha mai avuto paura“.”Leo non ha detto a tutti di poter correre la maratona, perché alcuni pazienti non si possono muovere. Ma ha detto: prova ad alzarti, fai quello che ti senti di poter fare. E questo è il suo insegnamento“.
Il tributo di Perugia
“Festa“, è la parola d’ordine dei familiari e degli amici di Leo, in questo momento di dolore e commozione per tanti. Con i pantaloncini gialli di “Avanti Tutta”, lanciati in cielo per accompagnare Leonardo fuori dalla Cattedrale, mentre gli amici ne portavano a spalla il feretro.
E in piazza IV Novembre ancora tante persone che non sono riuscite ad entrare nella Cattedrale, davvero piena come in poche altre occasioni. Tra negozi con le saracinesche abbassate, accogliendo il lutto cittadino chiesto dal sindaco Romizi. In centro, nel quartiere di Elce, dove Leo abitava, e nel resto della città, che piange uno dei suoi figli più amati. Sulla Fontana Maggiore, il simbolo di Perugia (poi esposto davanti al feretro), un messaggio della Curva Nord per Leonardo Cenci, diventato un simbolo di Perugia: “Ti sei rialzato… hai lottato e corso fino a volare. Perugia orgogliosa ti porta nel cuore“.
I cori si sono alzati: “Lenardo sempre nel cuore“, “Sarai sempre con noi, non ti lasceremo mai“. E infine tutti a gridare: “Leonardo Cenci, Leonardo Cenci, Leonardo Cenci“, mentre il lungo applauso di Perugia, da brividi, accompagna Leo nel suo ultimo viaggio terreno.
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