Are You Gonna Go My Way, e basta! A quel punto gli 11mila del Santa Giuliana potrebbero anche tornarsene a casa. Come al concerto del giorno prima (12 luglio) al Lucca Summer Festival, Leonard Albert Kravitz, detto Lenny, di anni 60, avvolge letteralmente il pubblico e lo incastra in platea senza possibilità di fuga già dal primo brano in scaletta. E come fa, Dio solo lo sa. Voce potentissima e portentosa e un fisico ipertonico, sono la cifra costante di questo artista polistrumentista che tra showbiz e misticismo pandemico del suo buen retiro alle Bahamas- dove si mangia ciò che si coltiva in casa- non si è fatto proprio mancare nulla.
Ai grandi eventi dell’Arena è sempre complicato raccontare per filo e per segno quello che accade. Sono luoghi dello spettacolo che vanno vissuti sin dal momento in cui a Perugia si scatena la febbre da Kravitz. Tutto inizia a complicarsi intorno alle 18, sin dalla prima operazione inevitabile: parcheggiare. Tra serpentoni di auto impazzite, polizia locale nervosissima ed anche poco incline alle buone maniere, parcheggi gestiti in maniera rocambolesca e con qualche caduta di stile se qualche utente ha l’ardire di chiedere spiegazioni, il popolo dei kravitziani cerca di raggiungere l’Arena che per contro è un luogo sicuro e supercontrollato. Al punto che verrebbe anche da dire ai sopradetti attori esterni all’Arena, “se non ce la fate a fare le cose quando sapete da molti giorni quante persone arriveranno, chiedete almeno un aiutino!”.
Ma stante il fatto che i fans, soprattutto quelli di Lenny Kravitz, non si fermerebbero nemmeno davanti ad una slavina di luglio con 38 gradi, il colpo d’occhio una volta fatto l’ingresso nell’Arena è e rimane, una immagine difficilmente cancellabile.
Il Patron Carlo Pagnotta lo aveva detto proprio a chi scrive la sera del concerto di Lizz Wright al Teatro Romano di Spoleto per il Festival dei Due Mondi, “Siamo felici per gli 11mila spettatori, ma anche un po in pensiero per il deflusso post concerto”. Pensando forse che l’arrivo non fosse un problema per le autorità in campo.
Come da tradizione nei concertoni coi fiocchi dell’Arena, la nostra testata prosegue nella ricerca di facce particolari o anche solo, particolarmente felici. Nei grandi eventi succedutisi nel tempo ad Umbria Jazz , Tuttoggi ha immortalato le “Facce da Gaga”, quelle “da Depp” ed ora quelle “da Kravitz”. Un modo di verificare se le tensioni del parcheggio impossibile si sono dissolte. E tra le facce felici, anche quella della governatrice dell’Umbria, Donatella Tesei.
E le ansie dell’arrivo a Santa Giuliana scompaiono non appena quel satanasso di Lenny spara le prime note di Are You Gonna Go My Way. L’iperuranico musicista la sa lunga tant’è che a dare la giusta dose di vibrazioni telluriche ai presenti ci pensa una capellutissima Cindy Blackman coniugata Santana (proprio Carlos…). La Blackman è una vecchia conoscenza di Umbria Jazz. Nel 2012 si presentò al seguito del mito Jack Bruce, ex bassista dei Cream, ma non lasciò al pubblico una indimenticabile impressione. Tuttavia ieri sera, Cindy ha picchiato giusto sui tamburi e la cosa è stata gradita, moltissimo. Nella band ovviamente l’immancabile Craig Ross, chitarrista fino fino.
Lenny Kravitz torna finalmente in Italia dopo una lunga assenza (mancava dal 2019).
Artista senza tempo, icona di stile e di musica e talento indiscusso del rock d’oltreoceano, Lenny Kravitz torna live con il suo nuovo progetto Blue Electric Light, dodicesimo studio album del cantante e con un allestimento scenico per il tour davvero spettacolare.
Un disco esplosivo, romantico, d’ispirazione. La maestria di Kravitz nel rock ‘n roll dal soul profondo è un fatto consolidato da tempo. In quanto forza creativa implacabile – musicista, scrittore, produttore, attore, autore, designer – continua a essere una presenza dinamica globale attraverso la musica, l’arte e la cultura. Blue Electric Light è una suite appassionata di canzoni, che amplia questa distinzione ed è l’ultimo contributo di un uomo la cui musica, per non parlare del suo stile singolare, continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo.
Nell’album, il talento di Kravitz come scrittore, produttore e polistrumentista risuona poiché ha scritto e suonato lui stesso la maggior parte degli strumenti, con il chitarrista “fratello” Craig Ross.
In tutta la sua carriera, Lenny Kravitz ha vinto quattro GRAMMY Awards e venduto oltre 40 milioni di copie in tutto il mondo. Recentemente è stato premiato dal CFDA con il “Fashion Icon Award” ed è stato anche selezionato come candidato alla Hollywood Walk of Fame 2023, rimarcando il suo innegabile ruolo d’icona di stile e di musica.
I lettori però ci perdoneranno se siamo dovuti rientrare prima della fine del concerto, ma l’età avanzata non ci consente di rimanere in piedi o per terra oltre un certo numero di ore consecutive. Al Santa Giuliana infatti per l’occasione non c’erano sedie, ma solo uno spazio enorme da vivere o in piedi o a terra o ballando. Ed in ogni caso siamo sicuri che il deflusso è stato semplicemente un armonia del Jazz.
E come detto la scaletta non conta. L’evento sovrasta ogni cosa!
Foto platea: Leopoldo Vantaggioli-Tuttoggi
Foto “facce da Kravitz”: Carlo Vantaggioli-Tuttoggi