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Legge Art Bonus, benefici esclusi per l’Umbria/Lepore (Agis) “Discriminatorio”

Ecco la lettera inviata da Claudio Lepore,  Presidente della Unione Regionale dell’Agis dell’Umbria, ai Parlamentari eletti in Umbria nella quale si evidenzia  la disparità di trattamenti e la necessità di un intervento correttivo, in riferimento alla avvenuta approvazione di un emendamento che estende le agevolazioni fiscali e i benefici della legge Art Bonus alle attività delle Fondazioni Lirico Sinfoniche e ai Teatri di Tradizione (significative agevolazioni fiscali ai soggetti che erogano contributi ad organismi che operano nell’ambito dell’opera lirica limitatamente alle Fondazioni Lirico Sinfoniche e Teatri di Tradizione).

Mi permetto di scrivere in merito all’avvenuta approvazione in data 15.12.2014 in Commissione bilancio del Senato dell’emendamento n. 1.57 (all. 2) presentato dal Sen. Andrea Marcucci che di fatto estende i benifici dell’Art Bonus alle Fondazioni Lirico Sinfoniche e ai Teatri di Tradizione (tra cui teatri lirici di Reggio Emilia, Cremona, Catania, Ferrara. Parma, Como, Brescia ,Livorno, Lucca, Pisa, Novara ,Salerno, ecc. in totale 29 teatri) escludendo di fatto le altre attività dello spettacolo dal vivo.

L’Umbria non ha Fondazioni Lirico Sinfoniche né Teatri di Tradizione ma molte e apprezzate attività liriche e musicali oltre ovviamente ad una vivace attività di spettacolo dal vivo.
Il provvedimento approvato di fatto, in modo discriminatorio, non supporta tutta l’opera lirica in Italia in generale escludendo di fatto le attività liriche prodotte dai soggetti della Lirica Odinaria e da alcuni Festival. La norma non contempla l’Umbria che in questo settore vede presenti direttamente due entità: il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e Opera InCanto di Narni-Terni (che ricevono contributi in base alle legge 800/67 nel settore lirica ordinaria).
In modo indiretto sono esclusi dai possibili benefici anche altri tre soggetti che sistematicamente o occasionalmente producono e presentano opere liriche: il Festival dei due Mondi, la Sagra Musicale Umbra, il Festival delle Nazioni.
Non è dato comprendere per quale motivo la norma non sia stata estesa a tutti i soggetti della musica e, per essere più incisivi, non si comprende perché la norma non sia stata estesa a tutto lo spettacolo dal vivo supportato attraverso il Fondo Unico dello Spettacolo. E a questo punto l’elenco dei potenziali beneficiari in Umbria comprenderebbe soggetti quali il Teatro Stabile dell’Umbria, Fontemaggiore, Amici della Musica di Foligno, Orvieto ecc.
Alla piena soddisfazione dell’Atit (Associazione dei Teatri di Tradizione) corrisponde la delusione (se non l’indignazione) di tutti gli altri settori della musica, in primis dell’Antal (lirica ordinaria di cui sono Presidente) e degli altri settori dello spettacolo dal vivo.
Premesso tutto ciò sottopongo alla vostra attenzione l’esigenza di un intervento anche della Regione Umbria in modo da sensibilizzare i parlamentari affinché tali benefici vengano, in primis, estesi a tutto il mondo della lirica ricomprendendo la Lirica ordinaria e, in subordine, ai Festival Musicali e, in seconda istanza, a tutto lo spettacolo dal vivo che riceve o riceverà contributi dal FUS.
Se l’idea del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo fosse quella di compensare i benefici riservati alle Fondazioni Liriche e ai Teatri di Tradizone con maggiore attenzione per gli altri soggetti della musica e/o dello spettacolo dal vivo, in sede di assegnazione dei fondi FUS, sarebbe opportuno un impegno preciso e supportato da una specifica norma considerando che il DM 1 luglio 2014 relativo ai nuovi criteri di assegnazione dei fondi del FUS è oltremodo rigido.
Ringrazio per l’attenzione e certo di vostro cortese intervento porgo cordiali saluti.
Claudio Lepore