I dati ufficiali sono chiari: l'Umbria ha aumentato le sue emissioni di CO2 l'Ass. Bottini fa riferimento a dati parziali e non considera le emissioni attribuibili ai consumi di energia regionali”I dati ufficiali sono chiari: l'Umbria ha aumentato le sue emissioni di CO2!”. E' la risposta di Legambiente alle dichiarazioni dell'assessore Bottini in merito alle emissioni di CO2 della Regione Umbria.L'Assessore Bottini fa riferimento all'Annuario dei Dati ambientali dell'Umbria 2007, redatto dall'Arpa, che si riferisce agli anni 1999 e 2004. Gli Istessi dell'Inventario Regionale delle Emissioni che servono per comporre il registro delle emissioni in atmosfera INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti).Il problema nasce dal fatto che il Registro INES (http://www.eper.sinanet.apat.it/site/it-IT/) contiene soltanto i dati delle emissioni in aria provenienti dai principali settori produttivi e da stabilimenti generalmente di grossa capacità presenti sul territorio nazionale.Si tratta in pratica di un dato molto parziale e per di più autocertificato dalle industrie stesse! Nello stesso rapporto citato da Bottini si afferma che: *va considerato che le informazioni provengono esclusivamente da stabilimenti IPPC (1) di maggiori dimensioni, e che pertanto il dato sulle emissioni rappresenta una situazione parziale rispetto alle quantità di inquinanti che realmente vengono immesse nell'ambiente.*Se invece ci si attiene ai dati ENEA, che è per altro la fonte dei dati anche per l'Arpa, e che stima le emissioni utilizzando principalmente i dati dei consumi energetici regionali complessivi, si vede che solo tra il 2003 e il 2004 vi è stato in Umbria un aumento delle emissioni dell'11%. Tutto un altro scenario dunque che come detto non è lo scenario di Legambiente ma quello dell'ENEA, l'ente certamente più autorevole in materia.Il protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel 2005, prevede l'obbligo per i paesi industrializzati di operare, di operare una drastica riduzione, tra il 2008 e il 2012, delle emissioni di biossido di carbonio e di altri cinque gas serra (metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo) *in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni del 1990*. E l'Umbria ad oggi, rispetto ai dati del 1990 ha ha visto un incremento del 54,3%.”Non è accettabile la dichiarazione dell'Assessore Bottini, secondo cui *le emissioni di gas serra non costituiscono una responsabilità a livello locale, ma esclusivamente a scala globale ed è a questa scala che va valutato e affrontato – *Sostiene Legambiente Umbria* – *Occorre al contrario intervenire con responsabilità anche a livello locale. L'impegno per la riduzione dei gas climalteranti deve essere *di tutti*, anche dei cittadini e degli amministratori umbri! Quindi ribadiamo la necessità di impegni concreti anche per l'Umbria per quanto riguarda la riduzione delle emissioni nei trasporti, nell'industria e nell'edilizia, diminuendo i consumi da fonti fossili, incentivando l'uso delle fonti rinnovabili, dell'ediliziaa basso consumo e del trasporto ferroviario e pubblico”.NOTE (1) Gli stabilimenti IPPC sono quelli che fanno riferimento allaDirettiva IPPC, la quale stabilisce una serie di regole comuni per ilrilascio delle autorizzazioni alle installazioni industriali in Europa. L'acronimo IPPC significa “Integrated Pollution Prevention and Control” e riguarda la prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento. Tra gli impianti IPPC umbri compresi nell'elenco dell'anno 2005 ci sono impianti di depurazione, gli impianti termoelettrici come Pietrafitta e la centrale di Bastardo, i cementifici, gli impianti del polo chimico di Terni e Narni, alcuni allevamenti suinicoli.