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LEGAMBIENTE CONTRO PRIMO INCENERITORE A POLLINA D'ITALIA COSTRUITO A SPOLETO. ASSESSORE CAMPANA “MAI CONTATTATA” (Foto TuttOggi.info)

(Francesco De Augustinis) – All'insaputa di gran parte della cittadinanza, sono iniziati da un mese circa i lavori al primo termovalorizzatore di pollina in Italia, sulle colline di San Martino in Trignano, nelle vicinanze di Spoleto.

Per adesso è solo un cantiere, una spianata con il basamento della struttura in via di costruzione, che consisterà, come spiega il dottor Andrea Sisti, proprietario della ditta che ha firmato il progetto, “in un camino, una struttura molto limitata nell'impatto, di circa 250-300 metri quadri di superficie”. Presto in quest'area sorgerà un impianto che brucerà l'enorme mole di pollina (materiale fecale dei polli) derivante dagli allevamenti della ditta Novelli, che proprio a fianco vede attualmente sorgere i propri depositi di stoccaggio.

La denuncia dell'avviata costruzione dell'impianto è arrivata ieri da Legambiente Spoleto, prima testimone oculare dell'effettivo inizio dei lavori. “Il Comune ha preso questa decisione senza avviare una partecipazione con i cittadini”, protesta al telefono Alessandra Paciotto, responsabile regionale dell'associazione ambientalista.

Secondo Legambiente Spoleto, la ditta Novelli ha accantonato un anno fa il progetto per la realizzazione di un impianto di compostaggio, presentando al suo posto quello per un termovalorizzatore alimentato a pollina.

“Nel mese di maggio – scrive Legambiente – senza nessuna partecipazione preventiva, la Provincia di Perugia ha approvato il progetto. Solo successivamente l'amministrazione comunale ha invitato i rappresentati delle associazioni ambientaliste e alcuni comitati ad un incontro tecnico propedeutico ad un secondo incontro pubblico con tutti i cittadini”.

“La situazione di questo primo incontro propedeutico era già paradossale – continua l'associazione – ci trovavamo a discutere di un progetto approvato con posizioni molto lontane tra loro, e non potevamo far altro che denunciare la mancanza di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini ad una decisione così importante per la città”.

L'associazione recrimina dunque la mancata convocazione di ulteriori incontri, e dunque il totale non coinvolgimento della cittadinanza prima dell'approvazione di un progetto che definisce di sicuro vantaggio economico, ma gravemente dannoso per l'ambiente, per via delle emissioni di fosforo e azoto.

In risposta alle accuse dell'associazione, l'assessore all'ambiente di Spoleto Fiorella Campana ha dichiarato a TO di aver discusso del progetto nell'incontro di maggio, che non ricorda però di aver mai definito “propedeutico”.

Alla discussione oltre a Legambiente parteciparono anche rappresentanti di associazioni ambientaliste nazionali, della ditta Novelli e della società di Sisti. “Nell'incontro abbiamo presentato il progetto alle associazioni, che avevano detto di non essere in grado di dare un giudizio appropriato per mancanza di informazioni sul tipo di impianto, che esiste già in altri paesi del mondo, come l'America e il Portogallo”, ricorda l'assessore Campana. “Ad oggi non ho avuto alcuna risposta da parte loro. Non mi hanno contattato”.

In ogni caso il Comune di Spoleto poteva solo rilasciare o meno la concessione edilizia, cosa che, secondo l'Assessore, è avvenuta ben prima sia dell'incontro, sia dell'approdo della vicenda in Provincia. E' proprio alla Provincia invece che è da imputare il via libera all'impianto di incenerimento, come raccontato all'epoca da TO® e come conferma il consigliere Laura Zampa, che ricorda come la commissione affrontò e condivise un preciso Ordine del giorno sulla normativa per individuare un percorso condiviso per addivenire ad un Accordo di programma a salvaguardia dell'ambiente. In quella occasione la ditta Novelli accettò di rimanere ben al di sotto dei limiti consentiti dalla legge circa l'immissione in atmosfera delle sostanze dannose.

La questione della pollina della fattoria Novelli non è cosa nuova. Sebbene il materiale organico abbia un suo mercato in quanto valido fertilizzante, il suo utilizzo genera un forte cattivo odore nelle zone limitrofe ai campi dov'è utilizzata. Inoltre, la capacità di assorbimento dei campi è probabilmente ben al di sotto della quantità industriale prodotta dal milione e mezzo di polli allevati da Novelli, il che la rende per l'azienda un costo elevato cui far fronte.

A marzo di quest'anno imperversò la polemica, in seguito al tentativo da parte dell'acciaieria Cementir di realizzare all'interno del suo impianto un inceneritore proprio per lo smaltimento della pollina della ditta Novelli, rimasto finora fermo alla fase progettuale.