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Legalità nella ricostruzione in Umbria, sindacati “Applicare Durc congruità”

L’indagine della procura di Napoli sulla realizzazione delle casette emergenziali post sisma in Umbria rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare per i sindacati dei lavoratori edili dell’Umbria che oggi, 16 ottobre, hanno tenuto una conferenza stampa presso i locali del Sistema Edilizia di Perugia per rilanciare il tema della sicurezza, della legalità e della qualità nella ricostruzione post terremoto.

Le notizie uscite in questi giorni non ci colgono di sorpresa – hanno detto Augusto Paolucci (Fillea Cgil), Tino Tosti (Filca Cisl) e Stefano Paloni (Feneal Uil) – perché avevamo già espresso perplessità sui lavori di montaggio delle casette, dove operano aziende (come quelle coinvolte nell’inchiesta) che non applicano il contratto edile (ma il multiservizi) e dove c’è una forte rotazione di personale”.

Per Fillea, Filca e Feneal è comunque ancora troppo presto per trarre conclusioni dall’inchiesta sulla Sae (che tocca anche la Valnerina) che è appena partita, ma di certo “questa deve essere un monito per chi ancora non ha capito cosa può succedere in quello che può essere considerato il più grande cantiere d’Europa”. Ecco perché i tre sindacati tornano a chiedere con forza l’applicazione della normativa che ha garantito legalità e sicurezza nella ricostruzione successiva al terremoto del 1997, che colpì pesantemente Umbria e Marche: ovvero il Durc con congruità.

“Si tratta di un modello che funziona – hanno sottolineato i sindacati, assistiti tecnicamente da Andrea Ruffini, responsabile area Durc e congruità della Cassa Edile di Perugia – che ha permesso in Umbria una ricostruzione praticamente senza morti sul lavoro e infortuni gravi, senza significative infiltrazioni della criminalità organizzata e con una spesa finale per lo Stato inferiore alle previsioni”.

Eppure, nonostante sia pronto nel cassetto un decreto che estende il Durc con congruità a tutto il cratere, ufficialmente questa soluzione non si è ancora concretizzata.

“Questo è un paese strano – hanno aggiunto i tre segretari – dove un modello efficace, che tutela le imprese legali e i lavoratori, oltre alla qualità della ricostruzione, non solo non viene ripreso, ma rischia addirittura di venire meno laddove, come in Umbria, è ormai entrato nei meccanismi del sistema edile regionale. Tra la legalità dichiarata e quella praticata resta troppa distanza”.

Da qui le richieste di Fillea, Filca e Feneal: “Chiediamo un incontro urgente al prefetto di Perugia, visto che il tavolo istituito dopo il 30 ottobre 2016, data della scossa più forte in Umbria, non si è ancora mai riunito. Chiediamo al commissario alla ricostruzione (che proprio venerdì è stata in Umbria, ma non ha incontrato i sindacati e le associazioni datoriali) e all’Anac di favorire lo sblocco dell’ordinanza sulla congruità per tutta la zona del cratere, anche in virtù della disponibilità dimostrata da tutte e 11 le casse edili delle quattro regioni coinvolte. Infine – hanno concluso Fillea, Filca e Feneal – alla Regione chiediamo di continuare e semplificare il confronto in essere, attualmente strutturato in quattro diversi tavoli”.