Perugia

Lega – FI, un duello lungo quanto corso Vannucci | Ammucchiata al centro

Da Palazzo Cesaroni e Palazzo dei Priori. E’ lungo quanto tutto corso Vannucci il duello tra Lega e Forza Italia. Con Fratelli d’Italia che non si limita al ruolo di spettatore. Dal pressing sull’Atc3 alla pratica del Burger King a Centova, il Carroccio ha manifestato la propria irritazione verso gli amministratori azzurri. Che sono il vice presidente della Regione, nonché capogruppo di Forza Italia, Roberto Morroni, e il sindaco di Perugia, nonché coordinatore di FI, Andrea Romizi.

Insomma, non due comprimari in maglia azzurra. E allora anche gli appunti sulla gestione amministrativa diventano un caso politico.

Il caso Atc3 e lo scontro sulla caccia

Del resto, di mancata scelta politica è accusato dalla Lega l’assessore Morroni perché – è la critica leghista – non vuole rimuovere il presidente dell’Atc 3. Con la caccia che non è la prima volta (si veda il calendario venatorio e poi la questione cinghiali) che diventa terreno di scontro verde-azzurro. Martedì, dopo la risposta dell’assessore in Aula circa le motivazioni che spingono la Regione a lasciare Fontanella al suo posto, Mancini e Puletti hanno ribadito la loro richiesta, questa volta insieme alla senatrice Alessandrini. E il Carroccio è pronto a catapultare in Umbria anche il proprio responsabile nazionale della caccia. Tema che del resto è stato oggetto di confronto nei giorni dell’adunanza romana dei grandi elettori che ha portato alla riconferma di Mattarella.

Il panino della discordia

Nell’ultima seduta del Consiglio regionale la Lega alla fine ha mangiato un assaggio dei panini che saranno sforati dal Burger King di Centova, votando la pratica. Ma il pasto non è ancora digerito, nonostante il primo confronto tra Romizi e il senatore e coordinatore locale leghista Simone Pillon.

Mattioni, nell’annunciare il voto favorevole della Lega fondamentale per non affossare la pratica di revisione del Prg, ha mandato chiari segnali alla Giunta e agli alleati. “Ultimamente – ha detto – si evidenzia una discrasia tra il momento politico e quello amministrativo”. Insomma, la Giunta va troppo per la sua strada, senza che le decisioni vengano prima discusse fra i partiti della coalizione. La Lega pone un problema politico: “Ai nostri occhi si prospetta una volontà, talvolta malcelata, di non rispettare i patti del dopo voto 2019: un atteggiamento per noi inspiegabile visto che il nostro gruppo viene da due anni in cui ha portato in maggioranza le esperienze positive del territorio ed ha difeso le scelte più difficili dell’Amministrazione anche quando sarebbe stato più comodo difendere le posizioni di bandiera”.

La Lega, che sotto la guida del Capitano Salvini aveva cannibalizzato Forza Italia, adesso guarda con preoccupazione al ritorno di consensi verso lo schieramento più moderato del centrodestra. Anche perché più a destra – favorita a livello nazionale anche dalla scelta di restare all’opposizione – c’è la lanciatissima Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. In Umbria, da tempo, Zaffini e soci pongono una questione politica alla presidente Tesei, dalla cui Giunta si sentono esclusi.

Il Nodo di Perugia

La questione Nodo di Perugia, tra le richieste del mondo economico e resistenze locali, potrebbe rappresentare un terreno insidioso per la maggioranza di centrodestra, in Regione così come a Perugia. Per non deragliare sul nodo stradale, dunque, meglio sciogliere i nodi politici.

Ammucchiata al centro

Fioroni e Agabiti, che non hanno partiti alle spalle, restano sotto la minaccia del rimpasto di Giunta, finora sempre scongiurato perché hanno la piena fiducia della governatrice Tesei.

Agabiti sta correndo ai ripari, tessendola rete di una componente civica di centrodestra su e giù per l’Umbria. Rete alla quale, intanto, a Perugia ha aderito Francesca Renda, che ha lasciato il gruppo di Blu, la Bella Libera Umbria immaginata dall’ex parlamentare montiana Adriana Galgano. Al centro, sempre da Palazzo dei Priori, si muove anche Nilo Arcudi.

Con la nuova voglia di moderazione che sembra mostrare il Paese dopo gli apriscatole grillini e le ruspe salviniane, al centro, dunque, è un’ammucchiata anche in Umbria. E anche nel centrosinistra c’è chi è pronto a dare l’assalto alle poltrone che contano sventolando la bandiera civica. Accanto a quella del Pd e al limite a quella con sopra le 5 stelle. Così Stefania Proietti è arrivata a guidare Assisi e la Provincia di Perugia. E non sembra certo intenzionata a fermarsi qui. Così Andrea Fora è arrivato a Palazzo Cesaroni, nonostante sia stato sacrificato sull’altare dell’allora nascente alleanza giallorossa quale candidato del centrosinistra in Regione. Nessuno dei due, tra i civici, è intenzionato a fare il secondo.