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“L'EDUCAZIONE IN ITALIA…UNA VERA GUERRA”. LA NUOVA RIFLESSIONE DI DON FORMENTON

Redazione

“L'EDUCAZIONE IN ITALIA…UNA VERA GUERRA”. LA NUOVA RIFLESSIONE DI DON FORMENTON

Mar, 01/03/2011 - 09:45

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di Don Gianfranco Formenton

Credo sia doveroso tributare il nostro convinto e deciso sostegno, la nostra simpatia, solidarietà… tutto quello che si può tributare a quelli che sono i veri eroi di questi tempi calamitosi che ogni mattina scendono in campo nelle aule scolastiche della scuola pubblica, ogni giorno affrontano gruppi di adolescenti irrequieti e schizzati, nelle parrocchie, negli oratori, nei gruppi scout, nei gruppi giovanili sportivi, culturali, nei centri sociali…

Ad armi impari affrontano la dura battaglia dell'educazione cercando di “inculcare” alle nuove generazioni i “valori” fondamentali della vita. Sono malpagati, spesso precari, guadagnano molto meno dei “missionari” delle cosiddette operazioni di peace-kiping. I media non li considerano eroi né li considerano fondamentali per la società. Se muoiono non hanno funerali di stato e se stanno male si arrangiano come tutti gli operai con la differenza che avere a che fare con una macchina o con un computer non è esattamente lo stesso che avere a che fare con degli esseri umani.

I genitori spesso li disprezzano perché osano mettere in discussione il principio che “ogni sgaraffone è bello a mamma sua” e a volte succede che siano anche aggrediti perché osano somministrare, non dico un doveroso ceffone, ma un rimprovero a bambini o ragazzi viziati ed allevati nella serena convinzione che il mondo è sempre ai propri piedi e se non lo è, ci pensa papà (o mamma).

Oh. Sì. Piena solidarietà a questi eroi aggrediti ora anche da un “ricco signore” brianzolo che casualmente ricopre anche la carica di Presidente del Consiglio e che, assolutamente alieno da qualsiasi conoscenza di principi educativi, si permette di accusarli di “inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell'ambito della loro famiglia”. Così, genericamente, senza distinzioni, riducendo la questione della grande conquista di una scuola pubblica a un “essere costretto a mandarli in una scuola di Stato”!

Frasi sconnesse che dipingono bene la dissociazione mentale di un personaggio che la domenica mattina tesse gli elogi della laicità del partito Repubblicano, il pomeriggio diventa paladino di valori cristiani al congresso dei Cristiani Riformisti e il giorno dopo, contumace, invita i promotori della libertà al “bunga bunga”… perché gli sono simpatici!

Grazie al presidente, ma come disse autorevolmente un grande Pontefice, “noi non abbiamo bisogno” di tali difensori dei valori cristiani. Valori non negoziabili né appaltabili a nessuna formazione politica.

La dignità degli uomini e delle donne di buona volontà che affrontano con passione ogni giorno una vera battaglia campale per trasmettere ai bambini, ai ragazzi, ai giovani di questa nostra patria i valori laici e cristiani della lealtà, della giustizia, della bellezza, nella scuola pubblica che rappresenta il bene comune ed il terreno di incontro della nostra civiltà.

L'educazione, in questo paese, è una vera guerra, dovendosi misurare quotidianamente tra i principi (laici o cristiani che siano) che siamo obbligati a trasmettere (inculcare?) e una prassi politica e sociale semplicemente scandalosa, supportata da un apparato mediatico (meticolosamente programmato dai padroni dei media) assolutamente devastante.

Ma perché i nostri giovani non dovrebbero riempirsi di coca e di alcool? Perché non sballarsi in festini hard? E perchè dovrebbero essere degli immacolati chierichetti se gli adulti che contano gli raccontano che “questa è la vita”?

Comunque, è fantastico! Mentre Berlusconi ha cercato di accaparrarsi la benevolenza della Chiesa Italiana sperticandosi in elogi della scuola privata… il Card. Bagnasco ha tessuto le lodi della scuola pubblica. Non c'è più religione!


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