Una perentorietà a fisarmonica, quella del 20 giugno, termine ultimo per presentare la documentazione per la regolare iscrizione al campionato di Serie B. Vale per la Reggina, nonostante i tempi diversi concessi dal Tribunale fallimentare per onorare il debito con il fisco. Non per il Lecco, che aveva troppo poco tempo per iscriversi al campionato, visto lo slittamento dei playoff.
Il Tar del Lazio ha reso note le motivazioni con cui ha accolto il ricorso del Lecco e bocciato quello della Reggina, che ora rischia di dover ripartire dai dilettanti. Motivazioni importanti per i ricorsi che la stessa Reggina e il Perugia (inizialmente “riportato”, almeno virtualmente, in B dalla giustizia sportiva) stanno preparando in vista dell’udienza del Consiglio di Stato (la data, al momento, resta quella del 29 giugno, nonostante la richiesta di anticiparla).
Nel caso del Lecco il Tribunale amministrativo ritiene che il Lecco non avesse modo di effettuare l’iscrizione dal 18 al 20 giugno. Tant’è che nella motivazione si evidenzia “il fatto – sostanzialmente incontestato – che gli adempimenti necessari sono stati posti in essere dal Lecco nel breve lasso temporale intercorrente tra il 18 e il 23 giugno 2023”.
Si evidenzia come “Lo slittamento della finale playoff al 18 giugno per il Tar abbia reso “semplicemente inapplicabile il termine del 15 giugno 2023 […]”. E “di conseguenza viene travolto anche il termine per integrazioni del 20 giugno, con ciò configurandosi nei confronti del Lecco la corrispondente inesigibilità”.
Una “inapplicabilità” dei termini inizialmente previsti che avrebbe richiesto l’intervento d ella FIGC, che invece non ha risposto alla richiesta di proroga avanzata dal Lecco.
A questo punto il ricorso del Perugia, più che sulla “perentorietà” della data del 20 giugno, potrebbe orientarsi sull’errore della FIGC. Con una richiesta di ammissione senza esclusione del Lecco. Una sentenza del Consiglio di Stato che porterebbe ad un campionato a 21 squadre, cosa che però i club di B e la stessa Lega respingono. Tant’è che è stato deciso di avviare comunque il campionato, come da calendario, con inizio al 19 agosto (con anticipo il 18).
La FIGC rischia di dover pagare la propria ammissione di colpa. Tant’è che squadre come la Viterbese e l’Avellino sono pronte a fare causa alla Federazione per essere state escluse proprio in nome di quella “perentorietà” che è, appunto, a fisarmonica.
Qualcuno dovrebbe chiamare i vertici della FIGC a rispondere di un errore, se tale è stato, tanto grave.
Diversa la valutazione fatta sulla Reggina. In questo caso, nonostante il tempo maggiore concesso dal Tribunale fallimentare (30 giorni dalla pubblicazione della sentenza, ovvero, nel caso di specie, entro il 12 luglio 2023), si evidenzia come “la ricorrente avrebbe potuto, come pure è stato chiarito, adempiere al pagamento dei debiti tributari e contributivi entro il termine del 20 giugno 2023, ma non vi ha provveduto fino al 5 luglio 2023, senza fornire adeguate e provate giustificazioni al riguardo, fatta eccezione per il generico riferimento a ‘elementari esigenze organizzative’, che non dimostrano l’esistenza di un impedimento effettivo“.