Categorie: Economia & Lavoro Perugia

Le piccole e medie imprese guardano all'Africa, per divenire “multinazionali tascabili”

Le potenzialità offerte dai mercati dei paesi africani che affacciano sul Mediterraneo sono state sviluppate in modo approfondito durante il convegno, organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Perugia in collaborazione con Assafrica & Mediterraneo, l'Associazione del Sistema Confindustria per lo sviluppo delle imprese italiane nei Paesi dell'Africa, Mediterraneo e Medio Oriente che dal 1980 dà supporto alle aziende italiane interessate a tali mercati. Il convegno dal titolo “Aprire nuovi mercati. Pmi italiane: multinazionali tascabili in Africa?” ha rappresentato un'occasione per acquisire informazioni più approfondite su un continente in costante e forte crescita, con un tasso del PIL che mediamente supera il 5% annuo e che ha necessità di infrastrutture, servizi e produzioni di qualità.

“Le imprese italiane di ogni dimensione – ha sottolineato Jacopo Morelli, presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria nell'introdurre i lavori – possono rispondere a queste necessità con la competenza che da sempre le distingue. Si tratta di cogliere l'attimo. Di avere il coraggio di approcciare questi ricchi mercati e di mantenere saldo l'obiettivo preposto, superando quelle difficoltà che si potrebbero presentare come in qualsiasi avventura industriale internazionale”.

Dopo il saluto di Ernesto Cesaretti, presidente di Confindustria Perugia, Elena Veschi, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Perugia, ha affermato che ” c'è già parecchia Italia nel nuovo miracolo africano ed il Made in Italy è un punto di riferimento dai Governi africani: si sta delineando per le PMI italiane un nuovo scenario imprenditoriale in cui si guarda a Paesi considerati fino a poco tempo fa industrialmente 'lontani'. La distanza fisica che ci divide da questi territori è poca, ma non bisogna perdere tempo e “cavalcare l'onda”, proprio quando questo mare è mosso, è necessario affrontarlo prima dei francesi, degli inglesi e dei tedeschi.

Questa è un'opportunità che soprattutto noi giovani imprenditori, come nuova forza imprenditoriale italiana, dobbiamo cogliere. Gli elementi sensibili per questa trasformazione sono la flessibilità, la specializzazione, la rapidità di intervento. E la forza dei giovani sta proprio nella capacità di fare, di agire, nell'essere, pronti e coraggiosi nel cogliere queste nuove opportunità”. Le aziende in questo momento, tenendo conto delle mutate condizioni del mercato, devono saper elaborare delle strategie e saper dialogare con le Istituzioni presenti in questi nuovi territori.

“Occorre passare dalle parole ai fatti – ha affermato Corrado Bocci, presidente di Afrimeds Business Development, la società di servizi di Assafrica & Mediterraneo – per individuare insieme una serie di azioni rapide e concrete che ci portino a superare molti ostacoli. Solo pochi campioni nazionali sono riusciti ad essere vincenti all'estero e in particolare in Africa. Occorre ammettere i limiti delle nostre imprese: imprenditori individualisti, staff e collaboratori impreparati alla gestione di problematiche internazionali, scarsa capacità di capire dinamiche e mentalità di imprenditori stranieri e strutturale debolezza finanziaria. È necessario quindi porre l'impresa al centro di un percorso che porti l'imprenditore a capire come essere protagonista in un gruppo, superando i limiti del singolo per esaltarne le qualità”.

Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'intervento di Biagio Matranga, direttore generale di Banca Ubae, la banca nata con l'obiettivo di sviluppare relazioni commerciali, industriali, finanziarie ed economiche tra l'Europa ed i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente. “In questo momento storico – ha rilevato – il nostro impegno non può limitarsi al sostegno delle esportazioni ed all'apertura di nuovi mercati. Tutti: Istituzioni, banche, lo stesso sistema confindustriale, sono chiamati a fare quadrato intorno alle imprese. Sostenendole nella raccolta di finanziamenti, aiutandole nella fase di capitalizzazione, alleggerendo il peso di finanziamenti ed intermediazioni”.

Al convegno è seguita una tavola rotonda cui hanno portato la propria testimonianza imprenditori che hanno scelto il Nord Africa come mercato in cui operare e che con convinzione continueranno a rimanervi. La tavola rotonda è stata aperta da Giovanni Ottati, presidente di Assafrica & Mediterraneo. Hanno portato il loro contributo: Stefania Giannini, rettore dell'Università per Stranieri di Perugia, Marco Claudio Vozzi, direttore centrale vicario Africa Subsahariana del Ministero degli Affari Esteri, Giuseppe Colaiacovo, vice presidente di Colacem spa, Massimiliano Rapanelli, di Rapanelli Costruzioni Meccaniche spa e Marco Rossi, di Pascucci e Vannucci spa. “Per crescere in Italia – ha spiegato Ottati – è ormai indispensabile crescere all'estero. Essere una multinazionale tascabile significa internazionalizzare non solo le vendite ma anche gli acquisti e il personale. Solo frequentando i mercati internazionali si acquista una visione a più ampio raggio e si aprono nuovi mercati che dall'Italia non sarebbe possibile vedere. Per questo l'internazionalizzazione delle aziende italiane, specie le PMI, in Africa, Mediterraneo e Medio Oriente è una risposta al problema della crescita italiana”.

I lavori del convegno, cui hanno partecipato molti imprenditori giovani e senior, è stato concluso dall'intervento di Vincenzo Boccia, presidente nazionale della Piccola Industria di Confindustria che ha ribadito – a maggior ragione in questo periodo difficile – l'importanza dell'associazionismo, e quindi del ruolo di Confindustria, per sostenere le imprese nell'affrontare le difficili sfide internazionali che le attendono.