(M.V.) – Visto un ex membro della giunta spoletina abdicare alla propria poltrona in sala, approfittando dell'intervallo tra primo e secondo tempo. Visto un grande narratore sudamericano (Vargas Llosa), seduto in terza fila con la consorte, sgattaiolare via nello stesso modo dopo aver assistito al primo tempo della commedia con il volto impietrito di una sfinge. Vista (da tutti) una signora abbandonare la platea nel modo più plateale, a metà del secondo tempo, marciando via indignata tra il brusio divertito del pubblico e sotto lo sguardo esterrefatto di un attore in gonnella. Sentiti gli applausi fragorosi di una parte del teatro, a fine spettacolo, con alcune significative defezioni: mogli e mariti con le braccia ostentatamente conserte, esausti e perplessi davanti alla proposta di Antonio Latella. E’ quanto successo a “Le nuvole”, la commedia di Aristofane prodotta dal Teatro Stabile dell'Umbria e portata in scena al Teatro Nuovo di Spoleto dal regista di Castellamare. Uno degli eventi più attesi al Festival dei Due Mondi, che nella produzione ha collaborato. Una di quelle opere, destinate per forza a dividere: la trama essendo già tutta lì, pronta e confezionata, presente nelle reminescenze liceali di tanti. La lettura interpretativa, invece, spietatamente esposta all'approvazione o al rigetto del pubblico. “E one, e two, e one two three”. L'ingresso sul …. – continua articolo e foto – clicca qui