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Le guerre mondiali raccontate dalle lettere d’amore dei soldati

Coppia nella vita e sulla scena, Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi interpreteranno le paure, ma anche i sogni degli innamorati in guerra attraverso le loro lettere d’amore dal fronte. L’appuntamento è a Spoleto, lunedì 3 novembre, ore 16:30 a Palazzo Mauri, sede della biblioteca comunale “G. Carducci”, che si è fatta promotrice per l’occasione di una mostra di lettere originali, documenti e foto, allestita con il contributo dell’ANPI nell’ambito del centenario dallo scoppio della Grande Guerra, che verrà inaugurata alle ore 16.

L’evento si inquadra in un più ampio programma di commemorazioni in omaggio ai caduti organizzato dal Comune di Spoleto, l’associazione I Cento Comuni, l’Esercito italiano e la Prefettura di Perugia, oltre al contributo di numerose associazioni e rappresentanze di ex combattenti. I due attori reciteranno gli scambi epistolari più toccanti tratti dal libro “Guerra e Amore”, una raccolta di lettere dal fronte della prima e seconda guerra mondiale a cura della giornalista Claudia Cencini, che le ha ripescate negli anni sulle bancarelle dei mercatini, nelle soffitte e negli archivi di scrittura popolare. Che siano frutto di una penna “allenata” o della mano incerta del fante contadino, sorprendono e commuovono per la poesia di certe espressioni e la verità dei sentimenti.

Gli epistolari più lunghi scandiscono storie di coppie spezzate, che cercano in una cartolina il filo di congiunzione rafforzato dalla fede e dalla speranza, per molti illusoria, di ritrovarsi. In altri casi è solo un flash, un disegno di Natale, il rammarico di non aver potuto regalare l’uovo di Pasqua ai “cocchini” o la speranza di poter donare presto di persona “un abitino nuovo”.

“Contengono la promessa sgrammaticata di un ballo, al ritorno a casa, la paura del rombo, il freddo in tenda, le benedizioni di Dio, il “brutto vivere al buio di tutto”, la curiosità di sapere, da lontano, se sono maturi quei piselli piantati insieme un giorno… Oggi sono state messe insieme in questo libro e ricordano la Veglia di Giuseppe Ungaretti – si legge nell’introduzione di Lavinia Farnese – quando a Cima Quattro, il 23 dicembre 1915 “un’intera nottata/buttato vicino/a un compagno/massacrato/con la bocca/digrignata/volta al plenilunio”gli ispirava una poesia. Che chiudeva così: “Ho scritto lettere/piene d’amore/non sono mai stato/tanto/attaccato alla vita”.

Lettere scritte cento anni fa dalle trincee fangose del Carso o dai campi di prigionia, che eludono il buio e fanno bene al cuore, affidate a due grandi voci per dire no alla guerra. Interverranno, oltre all’autrice, l’editore di Stampa Alternativa Marcello Baraghini, inventore dei libri millelire e, in veste di coordinatore, l’assessore alla cultura Gianni Quaranta, premio Oscar per la scenografia del film “Camera con vista”.