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Le grandi manovre per il ballottaggio Mismetti – Filipponi

Ed ora come andrà a finire? Cominciano le grandi manovre (sotterranee) in vista del ballottaggio in calendario per domenica otto giugno. Le diplomazie di partiti e liste civiche sono già al lavoro, e si alzano in volo tanto i ‘falchi’ quanto le ‘colombe’.

Nando Mismetti si ripresenterà al giudizio dei folignati forte del 41,84 ottenuto al primo turno alla guida della coalizione formata da Partito Democratico, Socialisti Riformisti, Movimento per Foligno, Foligno Soprattutto e La Sinistra. Stefania Filipponi tenterà lo storico ribaltone con la sua Alleanza Popolare, un trampolino di lancio basato sul 24,43% racimolato grazie al sostegno di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Nuovo Centrodestra e le quattro liste civiche che insieme – ad eccezione di Cambiare Foligno al 3.49% – hanno portato complessivamente un 6,6% al di sotto delle aspettative.

Sel, parola all’assemblea – Il primo cittadino uscente parte quindi oggettivamente con i favori dei pronostici, tutto sommato sulla scia – comunque negativa – dei suo colleghi di Perugia e di Terni che si sono fermati intorno al 48% ma con Sinistra Ecologia e Libertà in coalizione. Ora, è anche vero che in politica due più due non sempre fa quattro, così come non si posso applicare le percentuali in maniera puramente matematica e scientifica, ma gran parte del considerevole 9% ottenuto dall’ex assessore vendoliana Elisabetta Piccolotti non può non considerarsi nell’orbita del centrosinistra. Un ritorno di fiamma tra Mismetti e la Piccolotti sembra al momento piuttosto improbabile, il primo rischierebbe in caso di vittoria di veder sottratti seggi di maggioranza alla sua coalizione e quindi allo stesso Partito Democratico, la seconda faticherebbe non poco a spiegare tale scelta al suo elettorato, considerando che è stata premiata proprio la ‘linea dello strappo’. L’ultima parola – come dichiarato dalla stessa candidata di Sel – spetterà comunque all’assemblea del partito.

I grillini si tirano fuori – Nel Movimento Cinque Stelle c’è un fronte consistente orientato verso il ‘non voto’ intenzionato cioè a non giocare per niente i tempi supplementari della partita elettorale. Il candidato penta stellato Fausto Savini però invita gli elettori grillini a votare comunque, secondo coscienza, in base alle maggiori attinenze con il programma elettorale presentato dallo stesso movimento. Il messaggio è inequivocabile: di apparentamenti manco a parlarne.

Amoni prende tempo – Strada in salita quindi per Stefania Filipponi, con le liste civiche che – come detto – non hanno avuto un effetto travolgente ed un centrodestra che è sensibilmente calato passando dal 22% del Popolo della Libertà nel 2009 ad un 14% somma di Nuovo Centrodestra (2,5%), Fratelli d’Italia (3,5%) e Forza Italia (8,3%). Resta la strada dell’apparentamento con le due liste civiche di Aldo Amoni che hanno portato un 10% di tutto rispetto, diventando così una sorta di ‘ago della bilancia’. Prima di decidere, Amoni dovrà confrontarsi con i suoi 48 candidati e con lo staff elettorale, ma sembra ancor più difficile una svolta a sinistra. Sin qui l’esame – a grandi linee – della situazione, ma il ballottaggio è in qualche modo una partita che riparte da zero seguendo altri schemi e diverse logiche.