C’è anche un po’ di Umbertide e della sua lunga tradizione ceramica nella casa più spiata d’Italia. Alcuni dei pezzi più originali e pregiati delle Ceramiche Rometti sono stati infatti scelti dalla Società di produzione televisiva Endemol per arredare la casa della tredicesima edizione di “Grande Fratello”, il reality show in onda dal 3 marzo scorso su Canale 5. Gli scenografi del seguitissimo format televisivo hanno infatti individuato nelle Ceramiche Rometti di Umbertide il partner ideale per dare un tocco di creatività e di gusto italiano alla casa costruita all’interno dei Cinecittà Studios.
Ben 32 i pezzi in ceramica che arredano la casa e che finiscono spesso sotto l’occhio attento del GF: ci sono i suggestivi vasi “Venus” di Ambrogio Pozzi (di cui anche uno “macro”), che hanno suscitato sin dalla prima puntata l’interesse dei ragazzi per la loro seducente forma femminile, le lampade “Colonna” di Luis de Limburg Stirum, che fanno bella mostra di sé ai lati della “Porta Rossa”, i vasi “Papillons” di Monica Pioggia, i vasi “Marin” firmati da Massimo Monini, le “Sfere” bianche e nere o policrome di Jean Christophe Clair, la lampada “Diabolo”, il piatto “Spirale”, le “Parisienne” disegnate da Chantal Thomass, la “Doppia Presenza” sempre di Ambrogio Pozzi, i “Coni” coloratissimi di Liliane Lijn. Opere che portano nella Casa del Grande Fratello l’inconfondibile stile Rometti, un connubio tra design e alto artigianato, sperimentazione e creatività. “E’ per noi un onore essere stati contattati da Endemol per arredare la location di una delle trasmissioni più seguite dal pubblico italiano – ha dichiarato Massimo Monini, titolare della Rometti – La casa del Grande Fratello farà entrare le nostre ceramiche nelle case degli italiani, facendo conoscere al grande pubblico un prodotto spesso considerato di nicchia. Le creazioni Rometti, prima ancora che suppellettili per la casa, sono oggetti che rispecchiano valori ed emozioni. I designer e gli artisti che collaborano con noi respirano il clima della manifattura, ascoltano le nostre maestranze, fanno tesoro di un’esperienza artigiana che ha radici secolari. Ci si sporca le mani in manifattura, sperimentando le diverse tecniche del fare ceramica, gli smalti, le fasi di cottura, perché ogni prodotto finito ha una storia complessa e, per certi versi, irripetibile. I nostri non sono prodotti di serie, ma oggetti foggiati, dipinti, graffiti rigorosamente a mano, e per questo soggetti alle infinite variabili dell’artigianalità”.