In relazione agli articoli apparsi sulla stampa locale, con i quali le Organizzazioni Sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil di Terni esprimono delle forti preoccupazioni relativamente allo stabilimento di Ferentillo della Vipal S.p.A. denunciando ingiustamente atteggiamenti di “ostilità” verso i Sindacati e verso i lavoratori che al Sindacato si rivolgono, la stessa Società tiene a precisare quanto segue:
“L’azienda Vipal S.p.A nasce oltre 30 anni fa, nel settore della carpenteria leggera con un andamento sempre crescente sino al 2008. L’Azienda reagisce allo stato di crisi cercando alternative alla precedente produzione e si colloca nel settore ascensoristico.
Per i successivi 7 anni, per mantenere gli stessi livelli occupazionali, non licenziando nessuno come poche aziende hanno fatto, si fa carico di tutte le problematiche produttive ed economiche, ricorrendo ad importanti ricapitalizzazioni, investendo sulla rete commerciale e diversificando le linee di business. Di tutto ciò sono stati fatti partecipi continuamente i lavoratori, che hanno dato il massimo con enormi sacrifici.
Nel luglio 2015, con il perdurare della crisi oramai divenuta a tutti gli effetti strutturale, l’azienda apre una procedura di mobilità incentivata per 6 lavoratori.
Purtroppo la notevole diminuzione dei consumi del mercato italiano, in particolare quello dell’edilizia e le enormi difficoltà d’incasso, hanno imposto la necessità di un nuovo piano di riduzione dei costi e riorganizzazione, che permetta alla Società di ritrovare efficienza ed equilibrio economico imposto anche dalla strenua concorrenza.
Questo piano industriale è stato distribuito alla fine del 2015 alle stesse Organizzazioni Sindacali dei lavoratori, in seguito ad uno delle decine di incontri sulla situazione aziendale, tenuti insieme presso la sede di Terni di Confindustria Umbria. Tenendo presente la frequenza e la trasparenza dei rapporti non si capisce quali siano gli atti o iniziative unilaterali prese e soprattutto quale sia l’escalation di atteggiamenti di ostilità verso i lavoratori.
I 13 lavoratori ipotizzati in esubero, sono l’espressione di una sovracapacità lavorativa rispetto ai volumi produttivi dei ultimi 7 anni e quelli presumibili nell’anno 2016. Tale numero sarà verificato e monitorato alla luce dei risultati che il piano di riorganizzazione potrà provocare, cercando insieme alle Organizzazioni Sindacali ogni possibile soluzione per ridurre al minimo l’impatto occupazionale come fatto fino adesso, mantenendo costante la massima disponibilità”.