Categorie: Economia & Lavoro Perugia

Lavoro, cresce la disoccupazione | Boom di “finte” partite IVA

L’economia è in Umbria è in fase di stagnazione: a dirlo sono i dati elaborati da IRES CGIL Toscana a fine 2015 e relativi alla provincia di Perugia. A renderlo pubblico, nella sede perugina del sindacato, c’erano Filippo Ciavaglia, segretario provinciale per Perugia, Mario Bravi, responsabile ricerca per la Cgil regionale, Roberto Panico, responsabile organizzativo per Perugia, e Mauro Moriconi, responsabile per la zona del Lago Trasimeno, Todi e Marsciano. “La ripresa è un miraggio“, ha rincarato Bravi, perché “la provincia di Perugia continua a macerarsi” sul fronte lavoro e disoccupazione. La ripresa dalla crisi economica per la Cgil è dunque lontana.

I dati snocciolati parlano di una timida la ripresa per il 2015 rispetto all’anno precedente per quanto riguarda il numero degli occupati complessivi nella sola provincia di Perugia, la cui quota arriva a 264mila, pari al +0,4%. E’ fermo invece il dato sui lavoratori dipendenti, pari a 193mila (+0,1%). In aumento invece gli autonomi dell’1,3%, a quota 71mila, ma qui il dato “preoccupante” per il sindacato riguarda l’incidenza rilevante delle partite IVA che spesso nascondono lavoro subordinato anche in settori tradizionali come l’edilizia. L’aumento rilevante riguarda anche il numero dei disoccupati, arrivato oltre i 32mila, +8,4% rispetto al 2014 in Umbria, mentre per la sola provincia di Perugia si passa dal 10,3% del 2013 all’11% del 2014. E non va meglio neppure per quanto riguarda il pagamento tramite voucher, che su tutta l’Umbria ammontano a 1milione e 700mila, quando in tutta Italia il dato sul loro utilizzo è pari a 40milioni.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono ben 126mila, dato che registra un calo perché più persone si presentano sul mercato del lavoro “cercando risposte che peraltro non trovano“, dicono dal provinciale. “Lo dimostra il tasso di disoccupazione all’11% in aumento dello 0,7% rispetto al 2014″. Sugli avviamenti al lavoro su 52.260 solo 8.035 (12,8%) sono a tempo indeterminato.

Il lavoro dunque quando c’è è pur sempre “frammentato“, a tempo determinato e precario, sempre più “scarso e rarefatto“. E inoltre la cassa integrazione è in calo, tranne la deroga che ha avuto una piccola ripresa del 15% rispetto al crollo di circa il 50% dei 2 anni precedenti. Cresce invece la produzione industriale, per la quale si registra un segnale positivo sia per quanto riguarda il fatturato (+2,7%), sia per la produzione industriale in senso stretto (+3,2%). I settori che hanno visto un andamento migliore sono quello dei minerali non metalliferi (+7%), la meccanica e mezzi di trasporto (+6,7%) e l’agroalimentare (+2%), per il quale il dato più importante riguarda le esportazioni, con un +37%, che a fine 2015 hanno superato di gran lunga le importazioni. Interessante poi quanto avviene per le industrie dell’aerospazio, settore che segna un +40% insieme a OMA e Umbra Cuscinetti.

Per quanto riguarda il turismo, c’è un trend leggermente positivo, di più 0,7% di italiani e stranieri con aumenti concentrati ad Assisi, Valnerina e Tuderte. Scende invece il turismo in Alta Valle del Tevere, nel perugino e nello spoletino e al Lago Trasimeno.

Le vertenze – Di lavoro, appunto, ce n’è tanto anche per i sindacati: a breve, nei primi giorni di febbraio, si attendono infatti novità sul versante Perugina-Nestlè, per la quale il 10 febbraio si comincerà a parlare di piano industriale. E’ in attesa anche il futuro della Merloni, così come quello dei lavoratori delle province, alcuni di loro in realtà riallocati, mentre aspettano di sapere dove andranno a finire i poliziotti provinciali e i lavoratori dei centri per l’impiego e per le pari opportunità. Se invece sul versante Colussi si è intravisto un miglioramento, non va meglio in Alta Umbria, dove il settore delle auto e della grafica è in sofferenza. Preoccupa la crisi dell’editoria, così come il versante Gesenu. Nessuna novità, invece, dicono i sindacati, per Trafomec. E’ grave la crisi del settore dell’edilizia: “i compagni della Fillea sono impegnati con la cassa edile per la distribuzione degli indumenti – ha detto Ciavaglia – ma gli iscritti sono calati da 20mila a 5mila. Il settore non riparte”. Non meno preoccupanti sono le situazioni che riguardano le banche (e i risparmiatori che hanno perso il proprio denaro dopo quanto accaduto a CariChieti, Banca Etruria e Banca Marche), e la posizione dei lavoratori delle centrali di Pietrafitta e Bastardo, di cui non si conosce ancora il destino.

Azioni future – Da parte dei sindacati c’è dunque la volontà di “sollecitare attori della società, lavorando insieme a Cisl e Uil ad una nuova carta dei diritti dei lavoratori e al nuovo modello di contrattazione per ristabilire il ruolo del contratto nazionale del lavoro”. L’apertura da parte dei sindacati riguarda anche Confindustria, affinché la contrattazione sia anche territoriale. Al centro del nuovo dibattito ci saranno diritti come la maternità, la storica legge 300 del ’70, le rivendicazioni dei pensionati post legge Fornero. Il 29 febbraio poi i sindacati saranno in tutte le sale consiliari comunali per la presentazione della nuova carta dei lavoratori. All’incontro saranno invitati a partecipare tutti i parlamentari, e anche i vescovi. E si attenderà anche in Umbria un pullman, partito da Roma che percorrerà tutta l’Italia. Il 16 febbraio sarà a Foligno, arriverà in piazza Italia e, passando proprio dallo stabilimento della Perugina di San Sisto, concluderà la sua corsa a Terni.

©Riproduzione riservata

Modificato ore 15.47