Operai specializzati e conduttori di impianti, addetti al commercio e ai servizi, ma anche profili generici. Sono le figure più richieste dal mondo del lavoro in Umbria, che secondo i dati del Sistema Informativo Excelsior a maggio vedrà salire a 5mila 380 le assunzioni da parte delle imprese, con una crescita del 7,2%, superiore alla media nazionale (+5,8%) e a quella del Centro (+3,3%), dove c’è anche da segnalare il risultato negativo – benché molto leggero – delle Marche, unico caso tra tutte le regioni italiane.
Ma, dopo, l’avanzata di maggio, se si guarda all’intero trimestre maggio-luglio la crescita delle assunzioni in Umbria non solo si ferma, ma si trasforma in segno meno (-70 avviamenti al lavoro) rispetto allo stesso trimestre 2023, condividendo il bilancio trimestrale negativo con Emilia-Romagna (-3mila 730), Veneto (-2mila 740) e Marche (-70).
In Umbria, a maggio 2024, le assunzioni crescono sia nell’industria toccando quota 2mila 150 – di cui il 35,8%, 770 avviamenti, nelle costruzioni – riprendendosi dalle flessioni degli ultimi mesi e mantenendo il segno più anche nel trimestre maggio-luglio (+120 avviamenti al lavoro), sia nei servizi, che a maggio arrivano a 3mila 230 avviamenti (+190 sul 2023), mostrando però nel trimestre un calo (-180) rispetto allo scorso anno.
Quanto alle imprese che in Umbria prevedono di assumere, a maggio sono il 15% del totale. E, ancora una volta, l’Umbria è a livelli molto alti circa la percentuale delle assunzioni considerate delle aziende “di difficile reperimento” (54,7% degli avviamenti al lavoro previsti, secondo posto in Italia dopo la Valle d’Aosta, dove tale percentuale è del 55,7%).
Nel 24% dei casi le entrate previste sono stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 76% sono a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).
Le assunzioni si concentrano per il 60% nel settore dei servizi e per il 68% nelle imprese con meno di 50 dipendenti; l’11% è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (16%).
In 55 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati; per una quota pari al 34% gli avviamenti al lavoro interesseranno giovani con meno di 30 anni; per una quota pari al 20% le imprese prevedono di assumere personale immigrato, in linea con la media nazionale (19,7%). Le imprese che prevedono assunzioni sono pari al 15% del totale.
Il 9% delle entrate previste, infine, sarà destinato a personale laureato.
Le assunzioni previste nei principali settori di attività
Sul fronte dei settori economici, gli avviamenti al lavoro nella regione nel trimestre maggio-luglio 2024 prevedono 3mila 490 assunzioni nei servizi di alloggio e ristorazione, 2mila 490 chiamate nel commercio, 2mila 010 nelle costruzioni, 1.720 nei servizi alle persone, 1.010 nei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio.
Queste le entrate al lavoro previste in Umbria per tipo di profilo: nel 38% dei casi operai specializzati e conduttori di impianti, nel 28% professioni commerciali e dei servizi, nel 14% profili generici, nel 12% dirigenti, specialisti e tecnici, nell’8% impiegati.
Questo il commento di Giorgio Mencaroni, presidente Camera di Commercio dell’Umbria: “Il trimestre maggio-giugno 2024 per l’Umbria si divide in due fasi a livello di avviamenti al lavoro, così come emergono dal Sistema informativo Excelsior sulle previsioni di assunzione da parte delle imprese: la prima fase è di ulteriore e consistente espansione, rispetto al 2023, che caratterizza il mese di maggio, mentre per i mesi di giugno e luglio, sempre nel confronto con gli stessi mesi dello scorso anno, si stima un leggero calo. Ma i dati di giugno e soprattutto luglio sono caratterizzati dagli avviamenti nel settore del turismo ed è ancora presto per avere un quadro previsionale sull’andamento del mercato turistico regionale. Di conseguenza gli operatori sono prudenti nell’indicare gli avviamenti che intendono effettuare. Questo per dire che, a consuntivo, l’andamento occupazionale a giugno e luglio potrebbe essere migliore di quanto sia previsto oggi. Per il resto, c’è da salutare il ritorno al segno più dell’industria, con la crescita occupazionale concentrata nelle costruzioni, mentre restano sul tappeto i problemi strutturali della difficoltà delle imprese dell’Umbria a reperire le professionalità di cui hanno bisogno e la bassa percentuale di laureati sul totale delle assunzioni previste. Una percentuale, quest’ultima, che continua ad essere ben sotto il dato medio nazionale”.