Anche l’Umbria non è una terra per donne. Almeno per quelle che, tra le 459mila umbre residenti, hanno un lavoro o lo cercano. I dati elaborati da Ires Cgil Umbria, in vista dell’8 marzo, festa internazionale della donna, evidenziano differenze e distanze di genere notevoli.
“Ad esempio – spiega Mario Bravi, presidente dell’Ires dell’Umbria – il tasso di disoccupazione femminile è più alto di quello maschile. Inoltre, pur avendo la nostra regione un tasso di
femminilizzazione del lavoro superiore alla media media nazionale, permangono disparità molto evidenti, ad esempio sul versante dei rapporti di lavoro part-time”.
Infatti, l’Ires evidenzia come a fronte di un 9,1% dei lavoratori maschi con rapporto di lavoro parttime, via sia una quota di lavoratrici femmine che non lavora a tempo pari al 34.6%. In termini assoluti questo significa che ci sono in Umbria 19mila lavoratori maschi part-time, a fronte di 56mila lavoratrici femmine. “E sappiamo che quasi sempre il rapporto di lavoro part-time è indotto e non scelto e si accompagna quasi sempre a bassi salari”, osserva Bravi.
Infine, anche tra i neet (coloro che non studiano e non sono in cerca di lavoro) la percentuale di donne, eccetto che nella fascia più giovane d’età, risulta nettamente maggiore di quella maschile. “Anche da questi dati – afferma Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria – emerge con forza la necessità di un piano straordinario per l’occupazione femminile e giovanile che la Cgil propone da tempo. Siamo convinti, infatti, che l’emancipazione femminile, il contrasto alla violenza di genere, il superamento di una cultura maschilista e patriarcale, purtroppo ancora molto diffusa anche in Umbria, passino in primo luogo per la garanzia del diritto al lavoro per le donne e quindi per l’attuazione effettiva dell’articolo 37 della nostra Costituzione: la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”.
I dati
In provincia di Perugia le occupate sono il 44,2% delle donne (contro il 55,80% degli uomini), mentre nel Ternano i valori sono rispettivamente 43,9% contro 56,1%.
Quanto al tasso di occupazione, le donne scontano oltre 15 percentuali sugli uomini, mentre la disoccupazione è più alta di quasi due punti.
Quando trovano lavoro, le donne sono più precarie. Tra loro l’incidenza del part-time è del 34,6%; per gli uomini è solo del 9%. E in Umbria sono circa 12mila in meno le donne che hanno un contratto a tempo indeterminato rispetto agli uomini.