Jacopo Brugalossi
Crisi del lavoro a Spoleto: il quadro è nerissimo. Non possono mentire i nefasti numeri sciorinati oggi in conferenza stampa dai responsabili di zona della Cgil Ulisse Mazzoli e Massimo Venturini che, con l’ausilio dei referenti territoriali delle varie federazioni, hanno presentato lo “stato di salute” dei vari ambiti lavorativi nella città ducale. Alle arcinote difficoltà in cui versa il settore metalmeccanico, leggasi Ims e Isotta Fraschini di Santo Chiodo, ancora in attesa di sciogliere i nodi sul proprio futuro, si aggiunge una profonda crisi di quelli dell’edilizia e dei trasporti, che registrano un trend negativo molto preoccupante. Vediamo.
Edilizia – Sono stati Gianluca Menichini e Cristian Benedetti, rispettivamente segretario provinciale e responsabile di zona della FILLEA, a raccontare la crisi dell’edilizia. 7mila lavoratori in meno nella provincia di Perugia dal 2008 ad oggi, circa 500 nella sola Spoleto. Un’emorragia di posti di lavoro che si nota meno rispetto ai licenziamenti in tronco operati dalle grandi fabbriche, ma che ugualmente ha messo in ginocchio tante famiglie. La fine del ciclo espansivo post sisma 2007 e lo stop agli investimenti pubblici sono le cause principali della contrazione del mercato, che ha portato alla chiusura di un migliaio di aziende locali negli ultimi anni. “Chi soffre maggiormente – ha dichiarato Cristian Benedetti – sono le imprese più grandi e più strutturate, che operano nel pieno rispetto delle regole e che proprio per questo vengono spesso soffocate dalla proliferazione del mercato nero”. “Ecco perché è necessario che il pubblico torni ad investire sbloccando il patto di stabilità”, gli ha fatto eco Menichini, preoccupato per le ripercussioni che la crisi del mattone genera anche nell’indotto (cemento, legno, laterizio, ecc.).
Trasporti – Non sta meglio il settore dei trasporti, messo in ginocchio anche a Spoleto dalla crisi della holding regionale Umbria Mobilità. Le prospettive di una trattativa con Busitalia, l’azienda di trasporto su gomma delle Ferrovie dello Stato che sarebbe intenzionata ad acquisire il 70% delle quote (il restante 30% rimarrebbe appannaggio degli enti locali), non tranquillizzano più di tanto, specialmente dal punto di vista dei tempi dell’eventuale accordo. Nel frattempo, infatti, a causa della crisi di liquidità che ha colpito le casse della società, i dipendenti sono in cassa integrazione, e gli stipendi bloccati. Stessa sorte che, come sottolineato da Cristina Taborro della FILT, ha colpito i lavoratori di diverse aziende locali che fanno trasporto merci, senza più lavoro a causa della crisi dei grandi poli produttivi. 4/5 hanno già chiuso, quelle che resistono vanno avanti grazie alla cassa integrazione in deroga.
Metalmeccanico – Nessuna novità sostanziale sulla ex pozzi. Ims e Isotta Fraschini attendono speranzose l’esito dell’adunanza dei creditori. Se per l’alluminio rimane vivo l’interesse del gruppo francese, che sarebbe intenzionato ad acquisire il 51% del capitale, per il settore metallurgico non ha mai preso veramente corpo la trattativa con gli israeliani, forse frenati dagli ingenti investimenti di cui avrebbe bisogno l’azienda per ripartire. Col cubilotto ancora fermo e senza materie prime, la Ims è in una situazione di stallo completo, nonostante le commesse della multinazionale Layher permetterebbero, in situazioni di normale efficienza, di andare avanti almeno per un paio d’anni. I lavoratori, nel frattempo, attendono ancora i primi emolumenti della cassa integrazione straordinaria, che dovrebbero ricevere non prima di luglio.
Restauro – Tempi duri anche per la Coo.be.c (Cooperativa Beni Culturali Spoleto) che opera in un settore, quello del restauro, in cui gli investimenti sono ormai ridotti all’osso. Per tutti gli addetti (circa 45) è stata richiesta la cassa integrazione straordinaria a rotazione, ma un po’ di ossigeno alla cooperativa potrebbe garantirlo solo lo sblocco di nuove risorse. Questo ed altro chiederanno a gran voce i sindacati nella manifestazione unitaria di sabato 22 a Roma. “Un evento in cui auspichiamo di vedere una nutrita rappresentanza di lavoratori spoletini”, ha affermato Ulisse Mazzoli.
Agroalimentare – In un panorama nerissimo, qualche timido “sorriso” arriva dal settore agroalimentare. E’ toccato al referente di zona FLAI Augusto Paolucci illustrare la situazione, che grazie soprattutto all’olio è ancora relativamente stabile. Segnali positivi giungono anche dalla vertenza Novelli: il giudice fallimentare ha infatti asseverato il piano di concordato preventivo e ora si guarda all’assemblea dei creditori del prossimo 6 luglio con rinnovato ottimismo. Con gli stipendi dei lavoratori regolarizzati e il rientro di diversi ordini, il prossimo obiettivo della FLAI è quella di far reintegrare in fabbrica i circa 70 lavoratori stagionali (avventizi) a cui non erano stati rinnovati i contratti, che sono attualmente in cassa integrazione. Il sindacato ha chiesto e, almeno per il momento, ottenuto garanzie, anche sul mantenimento della fattoria a Spoleto, poiché con le nuove normative che impongono l’allevamento a terra il gruppo sembrerebbe intenzionato ad investire anche su stabilimenti esterni.
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