Valnerina

Lavori lungo il fiume Nera, insorge la Lega contro la caccia

Lavori in corso lungo il fiume Nera, in Valnerina, e la Lega contro la caccia (Lac) insorge. Quello che la Bonifica starebbe facendo, infatti, secondo l’associazione ambientalista sarebbe illegittimo.

Per questo la Lac Umbria ha inviato una richiesta di stop immediato dei lavori a vari enti: Carabinieri, Forestali, Consorzio Tevere – Nera, Comuni della Valnerina e di Terni e Regione Umbria.

Ci troviamo purtroppo a dover commentare con rammarico e rabbia – spiega la referente regionale Lac, Maria Patrizia Latini – l’ennesimo intervento di “pulizia a fini di sicurezza idraulica” trasformatosi in scempio. Difficile definire in altro modo ciò che sta avvenendo in questi giorni all’interno di alcune aree protette nel Parco del Nera, nella provincia di Terni.

Ci troviamo  tra Arrone e la Cascata delle Marmore ed è qui che sta eseguendo “lavori finanziati dal PSR” il Consorzio di Bonifica Tevere Nera, purtroppo però senza rispettare – denuncia l’associazione – le prescrizioni e le indicazioni contenute in modo chiaro e tassativo in una Determinazione Dirigenziale della Regione Umbria, N. 9517 DEL 26/10/2020,  che consentiva i lavori “necessari” ma non in questo periodo, per tutelare nidificazione e riproduzione, e non con i mezzi in foto e soprattutto così come di fatto sono stati eseguiti e stanno proseguendo”.

“Da alcuni giorni il Consorzio di Bonifica con enormi cingolati – spiega la dottoressa Latini – sta intervenendo sulla vegetazione presente lungo i corsi d’acqua citati all’interno del Parco Regionale del Nera e si prevedono lavori in altri Siti Natura 2000 e Parchi nella Provincia di Terni.


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I tagli non si sono assolutamente limitati, come previsto, alla vegetazione cresciuta in alveo, pericolante o morente, in grado di ostacolare il deflusso delle acque in caso di piena ma stanno avvenendo indiscriminatamente su tutto ciò che di legnoso o di vegetale (con tutta la biodiversità che contiene dagli uccelli agli anfibi dai chirotteri agli insetti!) si trovi lungo le sponde e addirittura tirando fuori trote e altri esseri viventi dall’alveo, insieme al fango, che vengono gettati a morire sulle sponde, con devastanti conseguenze paesaggistiche e di distruzione di particolari ed unici habitat che dovevano essere tutelati in zona protetta per questo scopo. Non solo, tali lavori sono svolti anche in periodo in cui è stato posto dalla Regione Umbria il divieto di eseguirli”.

Secondo la Lega contro la caccia, “oltre all’evidente peggioramento estetico della zona, il totale abbattimento di ogni specie vegetale, anche specie autoctone e di pregio, avrà a medio termine molteplici effetti negativi: le sponde saranno molto più predisposte al crollo poiché non più sorrette dalle radici; verrà a mancare la fitodepurazione eseguita dagli apparati radicali delle piante; già a partire dalla prossima stagione primaverile cresceranno specie arbustive che ostruiranno il deflusso dell’acqua molto più di quelle arboree; si verrà a costituire un ecosistema inidoneo per la vita e la riproduzione anche della trota Fario, fauna tipica di quella area protetta, capace di richiamare numerosi amanti della pesca sportiva.

Inoltre, per fronteggiare i cambiamenti climatici in atto, e sempre più percepiti anche dalla popolazione, si dovrebbe porre grande attenzione verso la conservazione del patrimonio verde e della biodiversità umbra.

Una azione quindi non trasparente, non autorizzata cosi come è stata eseguita e sta proseguendo, svolta soprattutto nel più assoluto silenzio delle Amministrazioni Comunali coinvolte e della quale si sono resi conto solamente pochi cittadini che hanno denunciato quanto sta accadendo. Un fatto che conferma gravi limiti nella corretta gestione delle Aree protette per mancanza di controlli addirittura su lavori di tale importanza e con conseguenze estremamente negative per flora fauna habitat e tutela di corsi d’acqua e che hanno quindi un enorme impatto sotto diversi aspetti come quello ambientale, paesaggistico, di tutela delle aree potette, funzionale ed economico.

La Lac ha inviato formale richiesta a tutti gli Enti ed Organi competenti affinchè siano immediatamente fermati i lavori e sia accertato con sopralluoghi il danno ambientale già ormai  causato da lavori non consentiti”.