In piazza per dire basta alle morti sul lavoro, per un fisco più giusto e un’idea di impresa nella quale al centro ci siano le persone e non i profitti: anche l’Umbria si è fermata oggi per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil a livello nazionale, uno sciopero “necessario”, secondo i sindacati, per le promesse non mantenute della politica e ancor più dovuto dopo la tragedia di Suviana. A Perugia e Terni centinaia di lavoratrici e lavoratori si sono ritrovati sotto le prefetture per mandare un messaggio forte al Governo, agli imprenditori, alle forze politiche, alle istituzioni: “È ora che si prenda davvero coscienza del fatto che in questo Paese si consuma una strage quotidiana, che non può più essere tollerata e l’Umbria è purtroppo maglia nera in Italia per morti e infortuni sul lavoro”.
Due delegazioni dei sindacati sono state ricevute dal prefetto di Perugia, Armando Gradone, e dal capo gabinetto del prefetto di Terni, Luca Iervolino. Ai rappresentanti del governo sul territorio umbro sono stati consegnati i punti della piattaforma sindacale, a partire dalle richieste su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: superare il subappalto a cascata, rafforzare le attività di vigilanza e prevenzione, diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori, una vera patente a punti che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza.