di Gianluca Tofi (*)
Il Comitato dei Lavoratori dello stabilimento di Colle di Nocera Umbra, dopo le dichiarazioni rilasciate dai Commissari straordinari tramite Mediobanca in merito alla trattativa in corso con una nuova società italiana, si augura che queste notizie non si riducano ad un'ennesima illusione per i lavoratori; soprattutto c’è ancora da capire la capacità di riassorbimento della forza lavoro e se la proposta riguardi o meno l'intero perimetro degli stabilimenti umbro-marchigiani. E' necessario, infatti, che qualsiasi proposta riguardante l’intero perimetro rimasto invenduto garantisca la salvaguardia dei livelli occupazionali a prescindere dal nome dell’acquirente. Per ciò che riguarda la richiesta di restituzione della caparra versata dalla MMD per partecipare alla gara di acquisto della ARDO, chiediamo di conoscere se il passo indietro della società iraniana è dovuto alla mancanza di garanzie che la MMD aveva chiesto alle regioni interessate Umbria e Marche e al Governo Nazionale e in particolare se sono state messe a disposizione le risorse economiche previste dall'Accordo di Programma per sostenere l'acquisizione e il rilancio dell'intero perimetro industriale. Sappiamo infatti che nei mesi scorsi la MMD è stata portata in Tribunale, essendogli state contestate delle irregolarità nell’acquisizione della Tecnogas di Reggio Emilia e che il Presidente della società iraniana aveva pubblicamente denunciato che quella era un’azione di disturbo nella trattativa già avviata per rilevare anche la Ardo, minacciando in tal caso di rinunciare alla seconda acquisizione. Quindi, alla luce di quanto è accaduto chiediamo: le istituzioni tutte hanno rispettato gli accordi e gli impegni presi? La Regione Umbria, i partiti di maggioranza e parte dei sindacati confederali stanno da tempo insistendo per l’attuazione della fase B dell’Accordo di Programma, che prevede la chiusura definitiva dello stabilimento di Colle di Nocera, in favore del finanziamento di iniziative industriali minori diffuse, come se fosse l’unica soluzione. Gli stessi stanno infatti organizzando diverse iniziative politiche per sponsorizzare questa soluzione senza avere ancora indicato, dopo quasi due anni dall'Accordo di Programma, alcun progetto concreto di reindustrializzazione e presentato alcuna proposta che garantisca realmente la salvaguardia dei posti di lavoro.
(*) Portavoce per il Comitato dei Lavoratori “A. Merloni”