Gubbio e Gualdo

L’aurora boreale “immortalata” anche in Umbria “Sembrava un grosso incendio”

Ha meravigliato tutti l’aurora boreale apparsa in varie zone d’Italia pochi giorni fa, precisamente nella notte tra il 5 e 6 novembre scorsi. Un fenomeno che, a quanto pare, è stato “catturato” anche in Umbria.

L’incredibile foto di Emanuele Raggi è stata scattata a Gualdo Tadino, che ha raccontato come la sua prima sensazione fosse stata, dato l'”atipico” colore rosso, quella di “un grosso incendio dietro Valmare” senza minimamente pensare che stesse per immortalare il rarissimo evento. Quella di Emanuele sarebbe l’unica foto documentata in Umbria.

L’aurora boreale è il prodotto dell’interazione tra le particelle emesse dal Sole e il campo magnetico terrestre, dove sono presenti gas come ossigeno e azoto. E’ stato proprio il notevole flusso di particelle solari di questi giorni – dovuto ad un livello di attività particolarmente elevato della nostra stella – a dare luminosità a tali gas e determinare quindi il fenomeno, solitamente comune solo ai poli e nelle zone nordiche del pianeta.

Di solito, inoltre, la “tradizionale” aurora si crea ad un’altezza di massimo 200 km dalla superficie terrestre ma stavolta sembra che la quota sia stata molto più alta, fino a 400 km, facendo sì che questa fosse visibile anche a latitudini dove, solitamente, è impensabile osservarla.

Altra anomalia molto evidente è il colore, spesso verde, che in questo caso presentava un’evidente tonalità di rosso. Ciò dipenderebbe dall’energia delle particelle che colpiscono l’atmosfera, ma anche da quali gas si trovano nell’atmosfera stessa: in particolare, la presenza di ossigeno atomico (come accade alle quote che hanno riguardato i fenomeni di questi giorni) favorisce una colorazione rossa anziché verde.

Secondo gli esperti sarà davvero difficile il ripetersi dell’aurora boreale in Italia, tanto quanto fare una previsione. Ci si può comunque fare un’idea monitorando i siti di space weather – metereologia spaziale – e sperare nuovamente nel “miracolo”.