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Laurea al convitto di Spoleto / Tesi “Fine apprendimento: mai”

Passando attraverso molti cambi di denominazione, il Convitto spoletino di Piazza Campello, ora INPS, prosegue la sua missione, ormai più che centenaria, di educazione dei giovani e di valido supporto alle loro famiglie. Naturalmente, nel tempo la sua fisionomia è senz’altro cambiata. Da istituto di assistenza agli orfani dei dipendenti dello stato, qual è stato dalla sua fondazione, nel 1893, alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, il Convitto ha saputo venire incontro a nuove esigenze, accogliendo tutti i figli dei dipendenti dello stato, adattandosi all’avvicendamento di sostanziali mutamenti sociali e culturali, che hanno inciso profondamente sulle caratteristiche del nucleo fondamentale della società, la famiglia. Anzi, il Convitto ha da qualche anno esteso l’accoglienza anche ai giovani studenti universitari, che in tal modo possono godere di un ambiente e di una organizzazione della vita quotidiana, favorevoli ad un impegno per loro così importante come lo studio, anche perché non soggetti, in quanto adulti, alle regole che guidano il soggiorno degli altri ospiti, studenti delle scuole medie e superiori. E’ per questo che il Convitto è felice di annunciare il conseguimento della Laurea del giovane Francesco Letizia, ottenuto il 25 febbraio, con la votazione di 94/100, con la discussione della Tesi “Fine apprendimento: mai”, presso il Dipartimento di Scienze per l'Investigazione e la Sicurezza di Narni, appassionata indagine sul percorso di vita di un uomo sottoposto al regime carcerario di massima sicurezza. In verità, Francesco, proveniente da Assemini, in provincia di Cagliari, è stato ospite del Convitto per ben dieci anni, in quanto vi entrò nel settembre 2004, per frequentarvi il Liceo Scientifico. Il suo risultato è, dunque, frutto, di un impegno mantenutosi costante per moltissimi anni, quelli determinanti per la crescita di una persona, dall’adolescenza all’età adulta. In due anni, questo è il secondo neo dottore che la struttura ha avuto il piacere e l’orgoglio di aver ospitato.

Nell’augurargli un futuro pieno di soddisfazioni, la Direzione e tutto il personale auspicano che la permanenza spoletina di Francesco sia da lui ricordata come un periodo di crescita e di stimolo formativo, cui il Convitto è orgoglioso di aver contribuito.