Assisi

L’attualità di San Francesco raccontata da Cazzullo e Branduardi incanta la Basilica | Foto e video

Il nostro San Francesco è il santo fondativo degli italiani come San Giorgio che uccise il drago per l’Inghilterra, come Giovanna d’Arco per la Francia, come Giacomo, che gli spagnoli chiamano Santiago, per la Spagna. Un santo il cui vero miracolo è ricordarci che ogni uomo può diventare la versione migliore di se stesso. E non è un caso che molti grandi italiani – inventori, scrittori, politici – furono anche francescani; e che proprio qui, nel 1986, Papa Giovanni Paolo II convocò tutte le religioni per pregare per la pace: perché San Francesco è un santo di pace al quale, tanto più in questi tempi, dovremo dar retta”. Si chiudono così – al netto di un Branduardi che invita tutto il pubblico, tra cui Jovanotti, a cantare “Alla Fiera dell’Est”, con le persone che battono le mani e rispondono entusiaste all’appello dell’artista – le due ore di excursus in cui Aldo Cazzullo, autore del best seller “Francesco. Il primo italiano” edito da HarperCollins Italia, narra, in una sintesi esaustiva, e con intermezzi musicali (tratti da “L’infinitamente piccolo”, album branduardesco dedicato al Poverello) dello stesso Angelo Branduardi, spesso “seconda voce” in dialogo con il giornalista, la vita di San Francesco d’Assisi. Il tutto impreziosito dalle musiche al pianoforte Fabio Valdemarin.

La prima nazionale dello spettacolo “Francesco”il racconto della vita del Santo in occasione degli 800 anni dalla morte, è stata aperta dal saluto del Custode, fra Marco Moroni: “Cazzullo e Branduardi ci propongono il bello”, le sue parole, senza dimenticare un invito a Jovanotti affinché torni ad Assisi anche nel 2026. 

La data zero di lunedì sera (che oltre a un tour di spettacoli sarà anche una puntata speciale del programma “Una giornata particolare” di La7, promossa da Corvino Produzioni e Lungomare in collaborazione con Stand by Me) è stata una lectio e un’esperienza di ascolto ma anche una rappresentazione visiva della vita di Francesco: il palco è stato posizionato al centro della navata, ai lati si snoda il ciclo degli affreschi di Giotto cui spesso il giornalista fa riferimento.

Il racconto parte da Francesco che vorrebbe partecipare alla guerra, fin quando un sogno non lo convince a prendere una strada differente; e poi l’abbraccio con il lebbroso, il padre che imprigiona il Santo, almeno fin quando la madre, capendo che Francesco era destinato a cose più grandi, non lo libera; e quindi la spogliazione al vescovado, il lupo di Gubbio, ma anche momenti più leggeri come Francesco che ‘chiese’ alla cicala che cantava su un fico di posarsi per una settimana sulle sue mani per lodare il Signore e rallegrare i frati, o il fatto che sappiamo il nome del primo frate-cuoco della comunità, frate Ginepro, che cucina il piatto preferito del Santo, il pasticcio di gamberi di fiume. E ancora il lupo di Gubbio, ammansito, ma anche l’approvazione della Regola, il sogno del Papa in cui Francesco che salva la chiesa, la predica in duomo che segnò anche il primo incontro di Francesco con Chiara, la pianticella che fuggì dalla casa paterna – come successivamente la sorella Agnese – per dare vita alle Clarisse.

E poi l’incontro con il Sultano: per l’occasione è stato esposta sul palco la reliquia del corno d’avorio conosciuto come il “corno del Sultano”, che san Francesco ricevette in dono dal Sultano al-Malik al-Kamil durante il loro incontro a Damietta nel 1219. Simbolo di amicizia e dialogo interreligioso, era usato per chiamare alla preghiera ed è regolarmente conservato ed esposto nella Cappella di San Nicola – affrescata sempre da Giotto – nella chiesa inferiore della Basilica. E ora, la ‘ricreazione’ della prima natività a Greccio, in cui Francesco volle inserire anche gli animali, ma anche l’allontanamento dell’ordine dai principi di Francesco e quindi la scelta del Santo di rinunciare alla guida dell’ordine. E infine la composizione del Cantico delle Creature e in ultimo la morte, in quella Porziuncola dove tutto era cominciato e in cui Francesco volle morire sulla nuda terra.

Non sono mancati riferimenti anche all’attualità, tra una citazione a Orban (“L’Ungheria dove alcuni missionari francescani hanno perso la vita era un paese non ospitale anche prima di lui”), allo sfarzo di Trump contrapposto all’umiltà francescana, a Francesco che loda sorella morte mentre Putin, Xi e miliardari tech come Elon Musk vorrebbero prolungare la vita all’infinito e artificialmente. Ma ci sono anche esempi “buoni”: come il ricordo di Bergoglio, primo Papa a prendere il nome di Francesco; Prevost, che peraltro si chiama pure Francis e da pontefice ha scelto il nome di Leone, uno dei primi frates di Francesco; e Giovanni Paolo II, che nella terra che diede i natali a San Francesco convocò nel 1986 il primo incontro delle religioni mondiali per la pace.

Alle 18.30 di mercoledì 17 dicembre, sarà online una nuova puntata di “Parole Povere”, il podcast dei frati minori conventuali della Basilica, con l’intervista esclusiva ad Aldo Cazzullo. La puntata sarà disponibile in video sul canale YouTube @SanFrancescoAssisi e sulle principali piattaforme audio. Di seguito un estratto dell’intervista realizzata qualche mese fa ad Angelo Branduardi.