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Latitante in fuga da Roma arrestato a Perugia

Aveva fatto perdere le tracce di sè dal 2006 dandosi alla latitanza, dopo aver collezionato numerose condanne: ma ieri la sua fuga è arrivata al capolinea. Gli uomini della Squadra Mobile di Perugia, insieme ai colleghi di Roma, sono riusciti ad assicurare il pluripregiudicato alla giustizia.  Si tratta di O.G., romano del 1948 il quale, secondo un provvedimento emesso nel gennaio dello scorso anno dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma, è stato condannato ad una significativa pena restrittiva in base al cumulo di diverse sentenze di condanna emesse a suo carico per vari reati.

Una lunga ed inquietante sfilza di reati, tutti commessi nell’ambito domestico e familiare tra il 1998 ed il 2001, tra Roma e Casagiove (Ce), segno di un passato di particolare violenza: lesioni personali aggravate, minaccia, violenza o minaccia per costringere qualcuno a commettere un reato, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, sequestro di persona, violenza privata. Un vero e proprio curriculum criminale culminato, all’esito di vari procedimenti penali a suo carico, nella condanna definitiva a 9 anni di reclusione ed alle sanzioni accessorie dell’interdizione perpetua dai Pubblici Uffici e dall’esercizio della tutela e della curatela, il tutto ridotto ad anni 4 e 10 mesi, detratto il periodo “presofferto” in custodia cautelare prima dell’esito del processo.

Il latitante pare abbia avuto l’ultimo contatto con le Forze dell’Ordine nel lontano 2002, data del suo ultimo fotosegnalamento a Roma, e che sia latitante dal 2006: in tutti questi anni, ben consapevole dell’esistenza di una serie di condanne a suo carico, ha fatto perdere ogni traccia di sé rifugiandosi, almeno nell’ultimo periodo, in Umbria, e precisamente in un’anonima abitazione di Bettona, vicino Perugia, ospite dell’attuale convivente.

Il nascondiglio – L’attuale nascondiglio del ricercato, individuato dagli agenti della Squadra Mobile di Roma dopo una meticolosa e paziente ricostruzione investigativa, è stato monitorato per diverse ore dagli uomini della Mobile perugina, Sezione “Criminalità Organizzata”: una squadra scelta e guidata sul campo dall’Ispettore Capo Finzi, all’alba di ieri, ha circondato l’abitazione ed ha fermato un uomo molto somigliante al latitante. L’uomo, in evidente imbarazzo e con grande sorpresa, inizialmente ha cercato di confondere gli operatori dichiarando di chiamarsi genericamente “Franco” e di non avere documenti di identità con sè. Alla fine si è visto costretto a dire la verità, e a rivelare la sua vera identità.

Il passato criminale di O.G. è di tutto rispetto ma di diverso genere: anche in base a quanto da lui stesso rivelato agli agenti che lo hanno catturato, i suoi trascorsi a Roma sono tutti collocabili in un contesto di truffe e raggiri; annovera, infatti, precedenti per furto, falso, falsa attestazione delle proprie generalità, sostituzione di persona, etc. Le condanne che hanno concorso alla definizione della pena appena eseguita, invece, sono relative più che altro ad un episodio di violenza nel quale, secondo il suo stesso racconto, per motivi sentimentali, colpì con violenza la ex compagna provocandole addirittura la perdita della funzionalità della milza. Un episodio di violenza inaudita che, si spera, appartenga solo al passato e sul quale il condannato ha adesso molto tempo a disposizione per riflettere a Capanne.