Le ragazze e i ragazzi dell’Associazione ‘Cuore Verde’ di Spello si erano impegnati tutta l’estate per vendere le mille magliette, con il cui ricavato poter effettuare una donazione solidale ad Aisla Umbria, il sodalizio che sostiene la ricerca scientifica per sconfiggere la sla (sclerosi laterale amiotorofica) e per sostenere l’assistenza domiciliare ai malati.
Sono ragazzi instancabili quelli del ‘Cuore Verde’, come lo è anche il loro presidente Ugo Tini Brunozzi, che, mentre nel mondo e in Italia imperversava la moda di ‘Ice bucket challenge”(quella delle secchiate gelate in testa), loro giorno dopo giorno hanno invaso l’Umbria con quelle inconfondibili t-shirt verde mela sulle quali campeggiava l’immagine della dea Medusa bendata.
E alla fine sono riusciti a venderne mille per ricavarne 10 mila euro.
Ed è stato lo stesso presidente Tini Brunozzi a comunicarlo pubblicamente al presidente di Aisla Umbria, ing. Fortunato Bianconi, durante la cena sociale svoltasi al centro ricreativo Carapillo di Spello, gremito di persone.
Il presidente di ‘Cuore Verde’ aveva anche annunciato che alla fine di dicembre sarebbero stati versati i 10 mila euro nel conto corrente di Aisla Umbria, impegno che è stato puntualmente eseguito alcuni giorni or sono e che attesta il compimento di una volontà collettiva meritevole di essere resa nota.
“Quello messo in atto dall’Associazione Cuore Verde – ha sottolineato il presidente di Aisla Umbria ing. Fortunato Bianconi – è un atto altamente encomiabile, che dimostra quanto valore umano si celi all’interno di questo importante sodalizio.”
“Mentre intendo pubblicamente ringraziare – ha aggiunto il presidente di Aisla – tutti coloro che nell’Associazione Cuore Verde si sono attivati per raggiungere questo obiettivo solidale, voglio anche doverosamente rendere noto come saranno utilizzate queste risorse finanziarie”.
“Si tratta di un importante contributo – ha concluso il presidente Bianconi – che utilizzeremo come supporto al servizio psicologico a domicilio per i malati e per le loro famiglie, che inevitabilmente la sla coinvolge, ma anche per potenziare un servizio fisioterapico a domicilio, indispensabile per quelle circa 70 persone che in Umbria sono affette da questa devastante malattia; consentitemi qui di ricordare uno di questi malati, il sig. Francesco Brunelli, uno degli uomini cardine di Aisla Umbria, anch’egli colpito da sla, il quale ci ha lasciato proprio alcuni giorni or sono”.