Dopo l’ennesima estate-caos che si profila per definire il prossimo campionato di B, con i casi Lecco (ancora senza uno stadio omologato per la categoria) e Reggina (che fa riferimento ora ai tempi della Lega, ora a quelli del Tribunale per onorare i debiti) e con Brescia e Perugia che pretendono il rispetto categorico delle regole, in molti prospettavano una soluzione alla Ponzio Pilato, all’italiana, diciamo: tutti dentro, per non escludere nessuno, e prossima Serie B a 22 (o 21 qualora il Lecco proprio non ce la facesse) squadre.
Una prospettiva sportivamente ingiusta, ma che eviterebbe un’estate di carte bollate, con ricorsi e controricorsi (con la giustizia ordinaria sempre in agguato, stile Gaucci). E invece, come si legge nel comunicato diramato al termine della riunione, “l’Assemblea ha ribadito all’unanimità la necessità di tutelare il format a 20 squadre, ricordando come la Lega B sia stata in questa stagione protagonista di iniziative che hanno portato a nuovi, più restringenti, regolamenti presso la Federazione in sede di
iscrizione all’insegna della tutela del principio dell’equa competizione”.
Niente ampliamento, dunque. Ma anche la volontà di non allargare i paletti di quelle regole “più restringenti” che proprio la B si è data. Da capire, a questo punto, se l’intransigenza riguarderà solo la valutazione della Covisoc (il cui verdetto è atteso entro il 30 giugno) o anche già il termine perentorio del 20 giugno che Lecco e Reggina, per differenti fattispecie, non hanno rispettato.
E se il Lecco, sul piano sportivo, raccoglie la simpatia di tanti (anche la Gazzetta dello Sport si è schierata per l’ammissione della società che ha battuto il Foggia ai playoff di C), la questione Reggina, che già aveva animato la precedente assemblea della Lega di B, sembra il vero terreno di scontro.