Città di Castello

Lascito Mariani, ancora polemiche sull’utilizzo per ex ospedale | Caso “scalda” Consiglio

Il Lascito Mariani al vecchio ospedale di Città di Castello rispetta la volontà delle benefattrici?” Se lo sono chiesto Andrea Lignani Marchesani (Fd’I) e Cesare Sassolini (FI), che con due distinte interrogazioni hanno sollevato la questione in Consiglio comunale.

Il protocollo d’intesa con Regione Umbria e Asl prevede, per il recupero dell’ex ospedale tifernate e la sua conversione in Casa della Salute, l’intervento su una porzione di 4400 metri quadrati di piano terra e primo piano per un investimento complessivo di 11 milioni di euro, di cui 9 già a disposizione (3 milioni e 600 mila dalla Regione, 2 milioni e 500 mila, suscettibili di incremento, della Asl e 3 milioni del Comune dal Lascito Mariani, che sarebbe impiegato anche per il potenziamento del Centro Alzheimer alla Muzi Betti).

Lignani Marchesani ha ricordato che i destinatari del Lascito, come testualmente dettato dalle sorelle Olga e Clara Mariani, siano “quanti si trovano nel bisogno di cure e vivono nel dolore”, non opere in muratura. “Alla conversione dell’ospedale in casa della Salute – ha aggiunto – mancherebbero all’appello almeno 2 milioni, sempre che i preventivi di ristrutturazione siano rispettati”.

E’ evidente la distorsione riguardo l’utilizzo per opere di ristrutturazione edilizia su un bene nemmeno di proprietà del Comune. Inoltre una destinazione non pienamente rispettosa del Lascito potrebbe riattivare un procedimento giudiziario, con responsabilità in capo agli Amministratori che avessero avallato il protocollo, che a questo punto deve essere respinto per utilizzare le risorse in operazioni tese al benessere e alla salute dei tifernati

Neanche Sassolini ha condiviso l’impiego del Lascito per l’ex ospedale, citando “la posizione dell’avvocato Mattei, che ha seguito a suo tempo le vicissitudini legali del caso, nella quale si ribadiscono le mie perplessità verso l’utilizzo per il recupero di ex ospedale e centro Alzheimer, cause benemerite ma non congrue con lo spirito della donazione. Rimettiamo tutto in discussione. Chiedo poi di sapere se ci sia incompatibilità tra l’incarico politico dato a Gaetano Zucchini (Gruppo Misto), che all’epoca del conferimento era capogruppo Pd e dipendente della Asl. A quanto ammonta l’importo del Lascito al netto degli interessi? Quanto sarà riservato al Centro Alzheimer?”.

Nella replica il sindaco Luciano Bacchetta ha detto che “non c’è niente di quanto viene evocato. Un avvocato non è la Corte di Cassazione. Le critiche sulla destinazione a strutture prevedono come alternativa l’impiego delle risorse in altre strutture come ad esempio la messa a norma delle case dei disabili”.

L’intervento strutturale non è fine a se stesso e viene qualificato dalla finalità, che per l’ex ospedale è di natura socio-assistenziale, quindi fedele al Lascito perché rende la struttura idonea a svolgere un ruolo. In realtà il destinatario del Lascito in prima istanza è l’ospedale, la cui personalità giuridica, sciolto l’ente che lo sosteneva, è stata poi riconosciuta in capo al Comune

“Il Lascito – ha concluso il sindaco – era 3 milioni e 700 mila euro, ora 3 e 400. Non ci sono stati sprechi. Dobbiamo uscire dagli aspetti formali e riportare tutto ad un ambito politico. L’incompatibilità di Zucchini non sussiste, è stato scelto per le sue conoscenze sull’argomento. Non sarà lui infatti a scegliere cosa fare ma il Consiglio. Potremmo trasferire la somma all’Asl con un’indicazione politica stringente sulla destinazione perché l’ex ospedale, così come è, rimane un problema, dal quale nessun governo potrà prescindere. Faccio un appello a tutti, perché questo Lascito non ci deve dividere”.

Lignani si è detto non soddisfatto: “Lenire le sofferenze significa intervenire su chi versa in cattive condizioni. L’ospedale non era il luogo fisico ma morale del Lascito. L’avvocato Mattei può parlare come cittadino e professionista ma non come legale del Comune, ruolo che si è esaurito quando ha percepito uno profumatissima parcella. Quanto alla destinazione ci sono innumerevoli cittadini che versano in sofferenza, titolati a produrre un’azione legale”. Per SassoliniLe scelta dell’ospedale è politica, caldeggiata dalla maggioranza. Voglio che l’atto di magnanimità delle sorelle Mariani abbia soddisfazione. Ripercussioni giuridiche per una destinazione innocua possono distendersi su tutti i membri del Consiglio. Discutiamo con maggiore cautela. Mi pare però che ci sia una apertura e sono parzialmente soddisfatto”.