Città di Castello

Lasciano sacerdozio per amore, città divisa e “stordita”. Vescovo “Rispetto decisione”

Da giorni non si parla d’altro a Città di Castello, comunità sempre molto avvezza al chiacchiericcio “gossipparo”. Don Samuele Biondini (52 anni) e Don David Tacchini (40), rispettivamente (ex) parroco e vice di San Pio X, sono saliti alla ribalta della cronache prima locali e poi nazionali per aver lasciato il sacerdozio. Apriti cielo. E mai come in questo caso espressione è più adatta…

Giorni di chiacchiere, il precedente “illustre”

Subito il “tifernate medio” – un tuttologo per ogni occasione – ha abbozzato le ipotesi più disparate ma, memore della vicenda di don Riccardo Ceccobelli, il parroco di Massa Martana che ha abbandonato l’abito talare per amore di una parrocchiana, aveva subito preferito puntare (guarda caso) su un’ipotesi praticamente simile. E stavolta le illazioni e i passaparola, in qualche modo, ci avevano preso. Davvero un caso raro…

I due parroci

Don David Tacchini, tifernate ordinato sacerdote nel 2014 e particolarmente apprezzato per il suo attivismo nel volontariato anche all’estero, aveva in realtà rimesso il suo impegno da quasi un anno, mentre la decisione del lombardo Don Samuele Biondini – sacerdote dal 1997 e apprezzatissimo dai fedeli per le sue numerose opere di carità nonostante le precarie condizioni di salute – è molto più recente. Fatto sta che entrambi lo avrebbero fatto per amore di due donne, il primo per una suora laica (volontaria proprio come lui), il secondo per un’infermiera che gli sarebbe stata molto vicina in un momento difficile.

Le parole del vescovo

A dare la notizia del ritorno allo stato laicale di Samuele e David è stato giorni fa il vescovo di Città di Castello monsignor Domenico Cancian, annunciando come i due, a distanza di mesi l’uno dall’altro, avessero chiesto e ottenuto dal Santo Padre la dispensa dagli obblighi derivanti dalla Sacra Ordinazione.

Il presule, sorvolando sulle motivazioni, aveva detto di essere “grato per il loro servizio” e di aver “accolto con sofferenza ma con rispetto la loro libera decisione“, dichiarando, al tempo stesso, di esprimere “profonda gratitudine ai sacerdoti che con gioia si donano quotidianamente e per tutta la vita nel generoso esercizio del ministero in favore del popolo di Dio“.

I sentimenti dei fedeli e il parrocchiano Bacchetta

Sgomento, perplessità, critica e comprensione (in molti la considerano anche una “scelta onesta e leale” ma c’è chi più banalmente sentenzia “non c’è più religione”) sono stati sentimenti dominanti tra tutti i tifernati (fedeli e non) compreso il sindaco Luciano Bacchetta, anch’esso parrocchiano di San Pio X. “Non entriamo nel merito di scelte assolutamente personali che rispettiamo. Parliamo di sacerdoti sempre in prima linea nella battaglia per la tutela dei più deboli, persone che tutti conoscono come eccellenti – ha detto – Voglio poi esprimere vicinanza umana e solidarietà al Vescovo Cancian per il lavoro che sta continuando a compiere in maniera ammirevole e con grande abnegazione personale”.

La parrocchia è stata infatti subito affidata a padre Giuseppe Renda, guardiano del convento di San Giovanni Battista degli Zoccolanti, che sabato 15 maggio celebrerà la sua prima messa in chiesa proprio insieme al vescovo.

Accompagniamo con la preghiera questo momento difficile e di sofferenza che incide nella storia delle persone interessate e delle Chiese locali umbre – ha aggiunto l’arcivescovo presidente della Ceu, mons. Renato BoccardoSiamo chiamati oggi più che mai a riscoprire e valorizzare il tesoro di vita cristiana che i nostri Santi e Beati ci hanno trasmesso lungo i secoli”.