L'Arena di Verona con il Nabucco si trasforma in un palcoscenico cosmico - Tuttoggi.info

L’Arena di Verona con il Nabucco si trasforma in un palcoscenico cosmico

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L’Arena di Verona con il Nabucco si trasforma in un palcoscenico cosmico

Sab, 14/06/2025 - 00:03

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(Adnkronos) – Una visione potente, un rito collettivo, un’apertura memorabile. Il Nabucco firmato da Stefano Poda ha inaugurato questa sera, con un trionfo di ovazioni da parte del pubblico, la 102/a edizione dell’Arena Opera Festival, trasformando l’anfiteatro veronese in un crocevia di passato e futuro, di simboli universali e tecnologia spettacolare. L’opera di Giuseppe Verdi, sempre centrale nel repertorio dell’Arena di Verona, si presenta quest’anno in una veste radicalmente nuova: scenografie immersive, effetti visivi sorprendenti, coreografie corali di rara forza espressiva. Un allestimento che più che raccontare una storia, la scolpisce nell’aria. Il “Nabucco” – che racconta la prigionia del popolo ebraico in Babilonia sotto il re Nabucodonosor, tra guerre, profezie e drammi familiari – diventa così un messaggio cosmico nell’allestimento di Podda. 

La scena si apre con una trasformazione totale dello spazio: luci, immagini e installazioni monumentali convergono in un linguaggio visivo che fonde l’estetica pop con la drammaturgia lirica. Due grandi sfere rotanti – simboli delle forze opposte che agitano l’umanità, come la ragione e l’istinto, l’amore e l’odio – si attraggono e si respingono in un movimento perpetuo, mentre al centro domina una clessidra monumentale, emblema del tempo che tutto consuma “Vanitas”. “Due forze si respingono fino al punto di massima rottura, per poi cercare una sintesi – spiega Poda – Come le particelle atomiche: unite generano materia, divise producono distruzione. Il messaggio è che la tecnologia, senza spiritualità, porta al baratro”. 

Lo spettacolo è attraversato da richiami potenti alla nostra epoca: la tensione fra modernità e memoria, fra autodistruzione e rinascita, prende forma attraverso simboli scenici e coreografie di massa, compreso un terribile e visionario fungo atomico. Tutto concorre a creare un universo parallelo, immersivo, a tratti ipnotico. 

Sotto la guida del maestro Pinchas Steinberg – al suo ritorno a Verona dopo 25 anni – il Coro della Fondazione Arena, diretto da Roberto Gabbiani, ha raggiunto il cuore del pubblico con un “Va’, pensiero” che ha sospeso il tempo: un silenzio denso, commosso, ha preceduto l’ovazione. 

Nel nuovo allestimento, la musica non è solo suono: è azione, è gesto, è visione. Accanto all’Orchestra e al Coro, un esercito di mimi, danzatori, schermidori e figuranti – per un totale di 400 artisti – dà corpo a una narrazione collettiva, fisica, intensa. Anche la scherma diventa linguaggio, con movimenti coreografici che sfumano nella danza e nell’arte marziale. In scena, un cast vocale di alto profilo: Amartuvshin Enkhbat ha vestito i panni di Nabucco con autorevolezza e potenza; Anna Pirozzi ha offerto un’Abigaille straordinaria per tecnica e temperamento. Accanto a loro, Francesco Meli (Ismaele), Vasilisa Berzhanskaya (Fenena) e Roberto Tagliavini (Zaccaria), insieme a Carlo Bosi, Gabriele Sagona e Daniela Cappiello. Tra le voci attese nelle repliche: Anna Netrebko (al debutto nel ruolo di Abigaille), Luca Salsi, Maria José Siri, Aigul Akhmetshina, Simon Lim. Un parterre di stelle per una stagione che punta in alto e guarda lontano. 

Il Nabucco di Poda non è solo un omaggio al genio di Verdi: è una dichiarazione d’intenti. Un’opera che, grazie alla sua forza visiva e simbolica, invita a riflettere su ciò che siamo e su ciò che potremmo diventare. “È una produzione moderna – ha detto Poda – che invita il pubblico a spegnere il cellulare e accendere l’anima. A guardarsi dentro”. 

“L’amore per l’Arena Verona – ha commentato la sovrintendente Cecilia Gasdia – non è mai cambiato. Vogliamo che la musica diventi patrimonio vivo, presente, necessario. E che continui a parlare alle nuove generazioni”. 

Il 102° Opera Festival è cominciato e la prima serata inaugurale ha già segnato il tempo. Nutrito il parterre degli ospiti istituzionali: Lorenzo Fontana, presidente della Camera, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, la ministra della Famiglia e pari opportunità, Eugenia Roccella, il ministro dei Rapporti con il parlamento, Luca Ceriani, il sottosegretario alla Cultura Gian Marco Mazzi. E a sorpresa, tra i vip, in platea, l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, accompagnata dal marito. Al cocktail pre-serale alla Gran Guardia, con i vertici veneti di Confindustria, ad accogliere gli invitati la sovrintendente della Fondazione Arena, Cecilia Gasdia, e il sindaco di Verona, Damiano, Tommasi.  

(di Paolo Martini) 

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