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L’appello al voto per Vendola candidato premier del centrosinistra

del comitatopernichi.spoleto@yahoo.it

In un momento come quello attuale di forte recessione economica, di disoccupazione crescente, di fronte alla caduta verticale della credibilità dei partiti, VENDOLA è l’unico candidato alla Primarie del centrosinistra che può far coincidere due condizioni che difficili da conciliare, la costruzione della massima unità della coalizione del centrosinistra e la caratterizzazione fortemente di sinistra del suo programma, che mette al centro gli interessi degli ultimi, dei più poveri, dei più bisognosi, dei precari, dei giovani, delle donne, di coloro insomma che più degli altri stanno pagando la crisi economica che stiamo vivendo.

Chiediamo di votare Nichi Vendola per far si che il LAVORO sia di nuovo messo al centro dell’agenda politica del prossimo governo; perché non sia più contrapposto il diritto al lavoro al diritto alla salute; per smontare l’assurda logica che mette gli uni contro gli altri i lavoratori tutelati rispetto ai precari: occorre infatti estendere i diritti ai lavoratori meno tutelati, non toglierli a quei pochi che giustamente li hanno.

Chiediamo di votare Nichi Vendola per dare forza e centralità alla SCUOLA e l’UNIVERSITA’ PUBBLICA. Perché all’attuale situazione in cui sono tagliate risorse in maniera indiscriminata all’istruzione pubblica, vogliamo reagire riassegnando alla scuola e all’università pubblica il loro ruolo originario: la formazione delle coscienze e l’educazione dei cittadini dentro e per la società. Perché consideriamo la scuola l’architrave portante della società, e non si può pensare di cambiare questa se non partendo dall’istruzione pubblica.

Dobbiamo capovolgere l’agenda della pigrizia culturale, abbiamo bisogno di non sottostare ai totem e ai tabù di questo liberismo che chiede austerity e sacrifici solo ai ceti popolari e medi, ma si guarda bene dal fare lo stesso con le classi più abbienti. C’è bisogno di una reale rimodulazione del prelievo fiscale, secondo il semplice principio che chi più ha, più deve dare. Pensiamo che, come ha fatto Hollande in Francia, sia necessario introdurre una patrimoniale del 75% sui patrimoni sopra il milione di euro, diversamente dall’Italia dove si è preferito introdurre l’IMU, la patrimoniale dei poveri! Pensiamo inoltre alla Tobin tax, ovvero alla tassa sulle transazioni finanziarie per spostare la tassazione dall’economia produttiva a quella finanziaria.

Di fronte alla crisi ambientale e del territorio siamo convinti che vada messo in cantiere un piano credibile, ambientalmente e socialmente compatibile, destinato a raggiungere la messa in sicurezza del territorio nazionale e delle aree soggette a rischio idrogeologico.

Un Paese come l’Italia, dalla forte vocazione culturale e con un patrimonio architettonico e archeologico enorme, deve tornare a investire nella cultura e non solo per elevare il livello culturale e lo sviluppo sociale della popolazione, ma anche per alimentare la creatività e l’innovazione che sono i fattori chiave dello sviluppo economico dei sistemi produttivi moderni. Pensiamo che si debba far leva sulla ricchezza del nostro patrimonio storico, ambientale, architettonico, artistico, paesaggistico, trasformandolo in fattore di conoscenza, competenza e promozione della nostra unicità nel mondo. Le aree archeologiche, i musei, le biblioteche, gli archivi devono essere trasformati in luoghi dinamici, di aggregazione di persone e delle loro idee, luoghi di inclusione sociale e di animazione delle città.

E ancora, finanziare processi d’innovazione, accorpamenti di aziende secondo filiere produttive, processi di stabilizzazione della manodopera dentro il ciclo produttivo, così come sperimentato con successo in Puglia in questi 8 anni di governo Vendola, dove sono stati costruiti distretti innovativi tecnologici come quelli relativi alla meccatronica, alle nano e bio tecnologie, all’high tech nell’agro alimentare, all’aero spaziale, perché la ricerca può stimolare il lavoro verso le forme più avanzate dell’innovazione per la creazione di occupazione di buona qualità.

E’ necessario ripensare le nostre città attraverso una edilizia di rigenerazione urbana, per il recupero e il riuso del patrimonio costruito e in situazione di degrado, contro la cementificazione selvaggia e la politica dei condoni edilizi, contro la progressiva sottrazione di suoli agricoli (in Italia si consumano più di 100 ettari di terreno al giorno). E’ importante investire nella manutenzione del patrimonio edilizio, delle reti impiantistiche, dei sistemi fognanti, delle aree sondabili dei fiumi che attraversano le città. Una mole di interventi di manutenzione ordinaria che ridurrebbero l’urgenza e costituirebbero la premessa per progettare interventi di riqualificazione urbana su larga scala, oltre a creare innumerevoli posti di lavoro.

Votare Nichi Vendola per rilanciare l’Agricoltura. Occorre un piano nazionale per contrastare l’abbandono delle campagne e per favorire l’insediamento dei giovani. E’ questa una priorità per la nostra agricoltura che presenta il più basso tasso di ricambio generazionale in Italia, ma anche per contrastare il dissesto idrogeologico del nostro territorio. Il settore agro alimentare, inoltre, oltre a costituire, già oggi, il secondo comparto economico del nostro Paese per entità di valore aggiunto, è una grande risorsa per lo sviluppo e l’occupazione.

Votare Nichi Vendola per pensare a un futuro esclusivamente rinnovabile, come anche la struttura geologica e geoclimatica del nostro Paese ci può consentire di pensare. Le nuove energie rinnovabili per il riscaldamento e la climatizzazione, come il solare termico, la geotermia e le strategie di cogenerazione anche del metano, possono portarci nei prossimi 5 anni a ridurre del 50% il costo della bolletta energetica per il riscaldamento. La diffusione delle energie rinnovabili può trasformare l’Italia in un paese libero dal ricatto – politico oltre che economico – del petrolio e delle energie fossili.

Votare Nichi Vendola per innalzare il livello dei diritti civili e sociali nel nostro Paese. In un Paese in cui c’è il ‘problema’ degli omosessuali, il ‘problema’ delle coppie non sposate, il ‘problema’ del fine vita, il ‘problema’ della procreazione assistita, il ‘problema’ dell’immigrazione, il ‘problema’ delle carceri, noi vogliamo sostituire la parola ‘problema’ con la parola ‘libertà’. Vogliamo un Paese in cui i diritti sino pieni e non dimezzati dai pregiudizi.

Al modello tatcheriano di individualizzazione della società, noi vogliamo contrapporre un modello di solidarietà tra le persone, per cui non ci si salva se non nella dimensione dell’abbraccio tra di noi. Come ha detto Nichi Vendola, concludendo il suo discorso a Perugia lo scorso 4 novembre, citando don Tonino Bello, “ dicono che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto. Devono abbracciarsi per poter volare”.