Claudio Bianchini
E’ un un cinquantenne, originario di Orvieto, ma ormai residente da anni nella popolosa frazione di Ponte San Giovanni, a Perugia, l’uomo che ieri mattina ha aggredito con tre martellate al volto, il noto orafo folignate, Angelo Marchetti. E’ stato lui a entrare nella centralissima gioielleria di Foligno, proprio in piazza della Repubblica, travisato grazie ad un goffo travestimento: parrucchino in testa, pesante fondotinta in viso e persino lenti a contatto, tutto per cercare di rendersi irriconoscibile.
Si spacciava avvocato – Oltre a travestirsi, l’uomo si era anche spacciato come avvocato, facendo credere al proprietario della gioielleria di essere un affermato e facoltoso legale. Con questo escamotage, già dallo scorso mese di marzo, aveva iniziato a frequentare assiduamente l’attività commerciale, interessandosi ad articoli particolarmente costosi e di valore, con una predilezione per alcuni orologi di marca.
La passione per gli orologi – Ieri mattina aveva fatto intendere a Marchetti di voler acquistare un orologio da circa cinquemila euro. Ma durante la contrattazione del prezzo, nel momento in cui il negoziante si è chinato per prelevare il prezioso oggetto dalla cassaforte, l’aggressore – a quanto ricostruito dagli inquirenti – ha estratto la mazzetta colpendo violentemente Marchetti al capo. Ne è scaturita quindi una breve colluttazione, ma l’orefice è riuscito a mettersi in salvo e a guadagnare l’uscita del negozio, scappando in strada, ed invocando aiuto con il viso completamente coperto di sangue.
I soccorsi – L’aggressore nel veloce evolversi degli eventi, è invece rimasto all’interno dell’esercizio, senza via di fuga, visto l’accorrere dei passanti in aiuto del Marchetti. Le grida del commerciante e l’intervento dei primi soccorritori, hanno fatto scattare il pronto intervento dei vigili urbani che si trovavano di pattuglia nei pressi di Largo Carducci, e di un agente del locale commissariato. Momenti davvero concitati, che sono stati regolarmente ripresi dalle telecamere del circuito di videosorveglianza del negozio.
La pistola finta – A seguito della perquisizione domiciliare nell’abitazione dell’aggressore, sono emerse diverse sorprese: gli agenti, coordinati dal commissario Bruno Antonini, hanno rinvenuto una pistola-giocattolo, un’altra parrucca, diverse paia di occhiali, lenti a contatto e addirittura un’ascia e un’altra mazzetta in ferro. Secondo gli inquirenti il cinquantenne orvietano, non sarebbe affatto uno squilibrato, e proprio il suo modo di agire ne sarebbe la testimonianza. L’uomo infatti, si è accuratamente travestito, tanto che, oltre a mascherarsi il volto, indossava persino un doppio pantalone. Per ora sono due le accuse che gravano sul suo capo: tentato omicidio e tentata rapina aggravata.
Il debito da saldare – L’aggressore, da parte sua, ha spiegato agli inquirenti di avere un debito di mille euro da saldare, e sarebbe stato proprio questo il motivo che lo avrebbe spinto a tentare il gesto criminale.
Picuti: “voleva uccidere” – “Da una prima lettura delle dinamiche accertate dagli inquirenti – dice a Tuttoggi.info l’avvocato Picuti, difensore del gioielliere – traspare una particolare attitudine a delinquere dell’aggressore che, sebbene incensurato, ha dimostrato di aver meticolosamente premeditato i reati predisponendo i mezzi idonei per portarli a compimento. Soltanto un gesto coraggioso dell’esercente ha evitato il peggio. Il mio assistito mi conferma che l’indagato ha infierito su di lui prospettandosi non tanto una minaccia, come si verifica nella maggior parte delle volte nelle aggressioni a scopo di rapina, quanto l’effettiva eliminazione della vittima, sia per poter agire indisturbato, che, soprattutto, per non essere individuato. Il materiale sequestrato all’indagato – finalizzato ad un efficace quanto meticoloso travisamento – costituisce la prova di detta preoccupazione. E” pertanto fondata l’ipotesi delittuosa di tentato omicidio a scopo di rapina, fino ad oggi ipotizzata dagli inquirenti, anche a seguito da quanto emerge da un primo esame dei filmati registrati all’interno del negozio”. “Solo con la sua pronta e coraggiosa reazione – conclude il legale – il mio assistito ha potuto evitare il peggio. Mi auguro che si faccia luce sui trascorsi dell’indagato, perché potrebbero emergere ulteriori aspetti preoccupanti sulla sua personalità criminale. La dinamica delittuosa accertata, del resto, mal si concilia con l’incensuratezza. Non credo che ci troviamo di fronte ad un delinquente occasionale. Angelo Marchetti preannuncia la sua futura costituzione di parte civile, nei tempi e nei modi consentiti dalla legge ”.
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