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L’Afam avrà un amministratore unico

L’azienda delle farmacie comunali, partecipata all’83% dall’amministrazione comunale, avrà un amministratore unico, niente più consiglio d’amministrazione con cinque membri nè con la riduzione a tre: ieri il Consiglio comunale ha deciso imboccando la strada della semplificazione e della riduzione dei costi.

La massima assise cittadina ha così modificato lo statuto dell’Afam, una svolta presa a maggioranza, incassando venti voti favorevoli su 23 consiglieri presenti: hanno votato contro i Socialisti con Roberto Ciancaleoni e Fausto Savini del Movimento Cinque Stelle mentre l’altra grillina, Francesca Baldaccina ha votato insieme al resto del centrosinistra. Si è invece astenuta Elisabetta Piccoloti, capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà. E’ passata anche la procedura di immediata eseguibilità dell’atto.

Diversi gli emendamenti proposti da Movvimento Cinque Stelle e Socialisti Riformisti: dalla riduzione di compensi e gettoni di presenza, all’indicazione di un amministratore mediante bando pubblico, persino riduzione a tre del consiglio d’amministrazione con un rappresentante dei dipendenti ed un esponente dell’opposizione consiliare. Proposte bocciate dal gruppo del Partito Democratico.

La posizione di Sel

“Ieri, dopo aver chiesto una sospensione dei lavori, che è stata rifiutata, per verificare la possibilità di fare ulteriori approfondimenti, mi sono astenuta in consiglio comunale sulla modifica allo Statuto di Afam. 

L’ho fatto – spiega la capogruppo di Sel, Elisabetta Piccolotti – perchè credo che avremmo potuto provare a fare di Afam, ovvero delle nostre farmacie pubbliche, il terreno di sperimentazione per modalità innovative di governance delle società partecipate, inventando un nuovo e diverso assetto che superasse il dualismo tra amministratore unico e consiglio a tre, ispirandoci al principio della assoluta trasparenza e della partecipazione di cittadini e dipendenti.

Serviva il coraggio di rimettere in discussione gli atti approvati dallo scorso consiglio comunale e prenderci il tempo di studiare le pratiche virtuose messe in campo nel frattempo da altri comuni in Italia. 

Non solo: credo che il Consiglio Comunale avrebbe dovuto darsi l’agio di studiare, audire lavoratori ed esperti, leggere i dati statistici sul lavoro delle farmacie – aggiunge – immaginare una più grande missione incentrata sulla vicinanza ai problemi quotidiani dei cittadini. 

Invece si è scelto di procedere speditamente su una decisione, quella dell’amministratore unico, a cui non sono pregiudizialmente contraria ma che ha una portata limitata rispetto alle tante questioni di cui l’azienda dovrebbe occuparsi. Inoltre, se da un lato questa scelta può forse portare maggiore efficienza, dall’altro può essere foriera di opacità nella gestione dell’Azienda, la quale viene affidata alle decisioni di un singolo che può ovviamente sottrarsi a qualsiasi dovere di collegialità. Per questa ragione credo che sarebbe stato giusto immaginare dei correttivi e dei contrappesi, costruendo intorno all’amministrare unico, consulte di partecipazione e orientamento.

Infine mi chiedo qual’è il progetto che l’amministratore unico dovrà realizzare per il futuro, qual’è la visione valoriale a cui deve ispirarsi, quali gli obiettivi economici che deve raggiungere. Di tutto questo nella discussione di ieri quasi non c’è stata traccia ed è un grande peccato. Finirà per sembrare alla città che ci siamo occupati solo di un risico di poltrone, mentre invece potevamo fare ben altro. La fretta – conclude la capogruppo vendoliana – ricordiamocelo, non è mai una buona consigliera”.