Oro e preziosi a disposizione in casa e la necessità di “mantenere” un fidanzato senza lavoro. Questo, in estrema sintesi, è l’epilogo della particolare storia d’amore che invece di coronarsi degnamente è finita nelle aule di giustizia del tribunale di Spoleto. Protagonisti una ragazza spoletina, all’epoca minorenne, e il suo fidanzato di allora, un marocchino di 26 anni finito alla sbarra con l’accusa di furto aggravato. Stando al quadro accusatorio avrebbe indotto la fidanzatina a trafugare preziosi dalle case della madre e della zia e a rivenderli a diverse gioiellerie e “Compro Oro” della città per mantenere lui e la sua famiglie d’origine, in continuo bisogno di denaro. Accusa aggravata, secondo le carte, dall’aver sfruttato l’”inferiorità psicologica” della giovane, per via della sua minore età e della relazione sentimentale che li univa.
L’ammissione – A ripercorrere la storia oggi in aula è stata la madre della giovane, che ha confermato la relazione tra la figlia e il marocchino e raccontato l’episodio in cui, dopo una visita della famiglia a casa di una parente, questa si accorse della sparizione di alcuni oggetti di valore, tra cui tre bracciali, un anello di brillanti, una collana e una spilla. La ragazza avrebbe di lì a poco ammesso le sue colpe, confessando di aver trafugato alcuni gioielli anche dalla sua stessa casa e di averlo fatto per dare al fidanzato di che vivere.
Riconosciuta in un “Compro Oro” – La donna durante la deposizione ha anche detto di aver eseguito delle indagini in proprio, recandosi in alcuni “Compro Oro” di Spoleto con la foto della figlia. Foto che la commessa di uno degli esercizi avrebbe riconosciuto, ammettendo di aver già visto quella ragazza in compagnia di un giovane straniero. La donna avrebbe dovuto essere escussa oggi, ma il gran numero di testi ancora da sentire (ben otto) ha indotto il giudice ad aggiornare l’udienza al prossimo 24 settembre e poi ancora a novembre.
Non è imputata – Ancora qualche mese dunque per conoscere il destino del 26enne marocchino, difeso dall’avvocato Fabrizio Maria Sansi. La ragazza invece non risulta imputata. Presumibilmente la sua condotta venne segnalata al Tribunale dei Minori nel 2008, anno in cui si registrarono i furti.
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