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Laboratorio Diagnostica Beni Culturali, approvata mozione dei consiglieri Militoni e Santirosi sul futuro della struttura

Fare chiarezza sul futuro del Laboratorio di diagnostica dei beni culturali. Questa in sostanza la richiesta contenuta nella mozione presentata dai consiglieri comunali David Militoni e Paola Vittoria Santirosi e approvata all’unanimità dal massimo consesso cittadino nella seduta di ieri pomeriggio.

Nel documento i consiglieri firmatari ripercorrono la storia recente del Laboratorio, iniziata a Spoleto nel 1996/1997, ricordando la cessazione delle attività a gennaio di quest’anno e l’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio Regionale dell’Umbria nel febbraio scorso, della mozione “volta alla salvaguardia del Laboratorio, senza tuttavia impegnare le necessarie risorse per il proseguimento dell’attività”.

Da qui la constatazione che “i numerosi progetti e consulenze realizzate non sono purtroppo riusciti a produrre economie di scala e di settore atte a consentirne la sopravvivenza e la salvaguardia dei dipendenti in forza e ad avviare interlocuzioni fattive e remunerative con la nostra Regione, quelle limitrofe ed i vari musei”.

L’impegno richiesto al Sindaco e alla Giunta è quindi di “attivarsi al fine di avviare una interlocuzione con la Regione dell’Umbria ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per cercare di fare chiarezza sulle attività del Laboratorio, portando a conoscenza del Consiglio comunale la quantificazione e rendicontazione dei fondi ricevuti, loro impegno e sull’attività effettivamente svolta anche con l’ausilio di consulenze esterne”.

A riguardo i consiglieri comunali Militoni e Santirosi hanno partecipato, nelle scorse settimane, a due incontri con la Regione Umbria, il MIBAC e l’Università degli Studi di Perugia, proprio per definire il futuro del Laboratorio di diagnostica.

“L’auspicio – hanno dichiarato a margine della seduta del Consiglio comunale di ieri – è di veder realizzato il trasferimento del Laboratorio presso il deposito di Santo Chiodo, così da poter avere a Spoleto un polo di riferimento importante nel settore dei beni culturali, in un’ottica di rilancio rispetto alla gestione del passato del Laboratorio di diagnostica”.