Nell’ambito di XX GIUGNO – FESTA GRANDE 2020, domenica mattina 21 giugno la Società di Mutuo soccorso aprirà la sua sede e sarà possibile vedere i Labari del XX Giugno che saranno esposti per l’occasione.
“Il Risorgimento italiano è stato essenzialmente un fenomeno guidato da un’élite intellettuale ed economica e scarsa fu l’adesione popolare”, così riporta la nota sulla iniziativa della Società di Mutuo soccorso. Il tema tuttavia è sempre stato motivo di ricerca e confronto sopratutto tra gli studiosi della materia.
Una delle poche eccezioni, in ogni caso, è il XX Giugno perugino del 1859 dove fu predominante, se non esclusiva, la partecipazione dei popolani dei borghi, dei Ponti e di paesi come san Feliciano.
Il mazziniano integerrimo Annibale Vecchi scrivendo a Fabretti recriminava che “il popolo solo appoggiò il moto”.
E fu gente del popolo che ne subì i danni e ne fu vittima. Tant’è vero che nel Monumento al XX Giugno al Frontone sono rappresentati due popolani.
E non guardano verso la porta dalla quale arrivarono i mercenari papalini ma verso il borgo e tutta la città come a dire “siamo stati noi. Noi, gente come voi, che abbiamo combattuto per la nostra e vostra libertà”.
È forse per questo che subito dopo ci fu l’ansia di raccogliere testimonianze orali e scritte su quello che avvenne: si temeva che si perdesse memoria di quanto era accaduto e s’era subito quel giorno.
Una di queste testimonianze sono i labari del XX Giugno custoditi alla Società di Mutuo Soccorso di Perugia. Sono il racconto popolare di un fatto popolare.
Lapidi di stoffa che ricordano casa per casa, luogo per luogo quanto successe e, ogni 20 giugno, venivano appesi nel luogo che raccontavano.
Ora sarebbe impossibile, perlomeno molto difficoltoso, farlo, inoltre i Labari non sono più in grado di subire ore all’aperto.
Per questo Domenica 21 giugno dalle 10,30 alle 13,00 verranno esposti nella sede della Società di Mutuo Soccorso di Perugia di Via dei Priori 32 a disposizione di chi vorrà vederli e ascoltare il loro racconto.
L’allestimento è stato curato da Alberto Mori e Vanni Capoccia che si sono fatti guidare non da un sentimento antireligioso, ma da un legame affettuoso verso quei popolani e ciò che hanno contribuito a costruire: la Patria.
Stante la situazione che stiamo vivendo si potrà entrare con mascherina non più di 10 per volta, soci della “Società operaia” saranno lì per raccontare i Labari e la loro sede.
(per prenotazione e/o informazioni 340 283 1959).