Chissà che avrebbe detto il grande Armando “Chick” Corea se avesse ascoltato il concerto di Dorantes tenutosi ieri (1 agosto) nel giardino dell‘Abbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo? In un posto che risuona come un tempio di altre ere geologiche, affacciato su una valle in cui, solo a immaginarlo, è passato e passa un fiume ininterrotto di storia, le inconfondibili vibrazioni latine del flamenco, ma ancor meglio dello Spanish Heart si sono liberate tra gli echi antichi di canti gregoriani e salmi benedettini. Una “contaminazione” che a ragionarci su non esiste, ma è solamente suono generatore.
Va in scena dunque il secondo appuntamento de La Voce della Terra 2022, a cura di Visioninmusica di Silvia Alunni. In una atmosfera più vocata al silenzio meditativo e al principio dell’Ora et Labora, il pianista e compositore David Peña “Dorantes”, erede di una delle famiglie di musicisti andalusi più apprezzate di Spagna, si lascia andare ad una performance inaspettata, in cui il rispetto per il luogo, l’esplosività del flamenco, come anche la passione, vengono mescolate in un tale equilibrio che difficilmente se ne trova traccia altrove.
Dorantes è considerato il più grande interprete di flamenco del XXI secolo e si dedica da anni a questo genere, reinventandone le regole e valicandone i limiti tradizionali.
L’artista ha dato vita, infatti, a una vera rivoluzione musicale all’interno del flamenco, elevando il pianoforte a un livello di primo piano, in un mondo in cui la chitarra la fa da padrona. Acclamato in tutto il mondo come uno dei più entusiasmanti pianisti di flamenco del nostro tempo, Dorantes è un artista di eccezionale talento: pluripremiato e vincitore del Premio Nazionale 2009 “Giovane Creatore” del Ministero della Cultura, la sua musica nasce da una grande libertà creativa che, unita all’audacia e ad una forte intelligenza espressiva, la rendono unica e innovativa.
E se, come immaginiamo, lo spirito di Armando volteggiava intorno al campanile di San Pietro in Valle, la eccellente tecnica narrativa della mano destra e la ferrea ritmica della sinistra di Dorantes non sarà sfuggita ad uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi.
Qualche tempo fa, lo straordinario clarinettista umbro, Gabriele Mirabassi, raccontò di trovare anacronistico in questo tempo della musica contemporanea, il privilegiare l’improvvisazione sulla composizione. E mai affermazione fu più profetica ascoltando il concerto di Dorantes a San Pietro in Valle, una performance dove la composizione autentica ha il sopravvento su qualsiasi tentazione di improvvisazione circense. Occorre per prima cosa suonare dei brani di una bellezza indiscutibile; poi se ci si improvvisa sopra, bene o male, tanto meglio. Basta ascoltare con attenzione la bellissima Identidad o Tanguillo eseguiti a Ferentillo per capire il senso di tutto questo.
Tantissimi autori e interpreti con lo Spanish Heart, fatta eccezione per l’indimenticato ed inimitabile Chick che era un caso a parte, come ad esempio Michel Camilo o Gonzalo Rubalcaba scrivono pezzi che poi vengono spesso sopraffatti dalla tentazione dell’improvvisazione.
Forse, come raccontato da Mirabassi, è il tempo di rispettare la composizione come pietra d’angolo.
Dorantes nei suoi brani mette già tutto il necessario, senza ulteriori appendici, complice forse una certa versatilità del flamenco incline a passaggi vorticosi tra pianissimi struggenti e passionali rincorse, come quando si esegue uno zapateado.
Un concerto quello de La Voce della Terra 2022 che viene accolto da un pubblico numeroso e che chiede ben 4 brani aggiuntivi, al programma. Brani generosamente concessi da un artista che timidamente all’inizio del concerto, quasi a scusarsi, dice “Me gusteria hablar…” ma poi ci rinuncia perchè lui parla solo lo spagnolo e per non disturbare, preferisce far parlare la composizione.
Quando si dice l’ispirazione dei luoghi sacri…vero Chick ?
Foto: Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)
Foto copertina : Visioninmusica