di Claudio Bianchini
Il Topino, fiume reso immortale da Dante che lo ha citato nella sua Divina Commedia, rischia seriamente di collassare: l’ecosistema fluviale sta subendo forti contraccolpi, batoste talmente pesanti che potrebbero comprometterne per sempre l’equilibrio naturale. I folignati hanno da sempre un rapporto viscerale con il loro fiume e non sopportano più di vederlo in questa situazione d’agonia, solo passare lungo le suo sponde o attraversare i ponti stringe il cuore e fiacca l’anima. E allora ecco che – in piena era tecnologica e multimediale – la protesta e l’indignazione dei cittadini esplode (e non poteva essere diversamente) sul social network Facebook. E’ spuntato in rete, da qualche giorno, un nuovo gruppo: “Il fiume Topino e la sua morte !” Nome d’effetto ma purtroppo drammaticamente evocativo: basta accedere alla pagina e verificare con i propri occhi una situazione da allarme rosso. Gli effetti dei vari ‘Caronte’ e ‘Minosse’ hanno provocato la strage della fauna ittica e nulla ha potuto la perturbazione ‘Circe’: distese di pesci morti ormai putrefatti rimasti intrappolati tra i sassi e la fanghiglia essiccata, interi tratti di fiume con il letto prosciugato più simili ad assolate ed aride stradine di montagna, pozze d’acqua putrida e melmosa dove restano in agonia pesciolini agonizzanti. Foto che sono un duro colpo al cuore ma che almeno servono a scuotere le coscienze. Si spera, anche di coloro che ci governano. Gli anni scorsi il tema della crisi idrica del Topino ricorreva puntualmente nella aule della politica cittadina e regionale, ma stavolta anche le istituzioni sembrano non vedere e fare orecchie da mercante. Qualche seduta ad hoc, qualche interrogazione giusto perché resti agli atti, parole d’indignazione più per circostanza che per convinzione. Considerando la scarsità di precipitazioni già da questo inverno, paradossalmente – verrebbe da dire ‘oltre al danno la beffa’ – continua il progetto di messa in sicurezza idraulica per scongiurare eventuali – quanto improbabili – piene catastrofiche con altrettanto improbabili inondazioni apocalittiche. Constatato il sostanziale fallimento degli enti che negli ultimi decenni – a vario titolo – avrebbero dovuto tentare di evitare un default del genere, nonostante le moderne tecnologie ed i sofisticati mezzi a disposizione, non resta che affidarsi al cielo e sperare – come facevo i nostri antenati – in salvifiche piogge. Ma adesso – tanto per restare in tema – potrebbe arrivare la goccia a far traboccare il vaso della sopportazione e gli animatori del forum on line stanno seriamente pensando di costituirsi ufficialmente in comitato e passare alle vie legali.